Quando le auto hanno nomi da animali

Alla scoperta delle vetture chiamate come le creature della natura

Quando l’automobile è un animale. E non per travestimenti carnevaleschi o macchinazioni genetiche terribili soltanto all’idea. Bensì per il nome che porta. Secondo una classifica stilata da un portale statunitense dedicato alle quattro ruote – Mojomotors.com – che ha analizzato la carta d’identità di almeno 215 vetture, il 15% di queste proviene dal mondo della natura e, in particolare, dalla fauna del pianeta. Un microcosmo abbastanza gettonato, il terzo dopo quello dei luoghi e dell’avventura. Facile anche intuirne i motivi, quasi sempre evocativi delle prestazioni o dell’estetica del veicolo di riferimento.

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L’atlante degli animali è tra le letture predilette di Ford. Al punto da pescarvi il nome della sua automobile più iconica nel mondo: la Ford Mustang. Resa celebre da Steve McQueen nel film Bullitt (1968) e sinonimo di potenza e velocità, prende spunto da una razza di cavalli dell’America Nord Occidentale (l’antico Far West), i mustang, impossibile da domare, irrefrenabile nel movimento e capace di arrivare ovunque. Anche il Ford Bronco, fuoristrada abile nel muoversi sulle superfici più estreme, è un altro rimando al mondo equino. Perché prende spunto da un tipo di cavallo di scena nei rodei americani, nei quali è chiamato alle movenze più improbabili.

Dai quadrupedi ai felini. Nella gamma dell’Ovale Blu occupano una posizione di rilievo anche Ford Puma e Ford Kuga (sintesi del coguaro). Entrambe sono state così battezzate per la loro estetica, figlia delle principali caratteristiche dei due animali: slancio, aggressività e sinuosità.

Tra i pick-up c’è invece un richiamo ai rapaci della preistoria con il Nuovo Ford Ranger Raptor. Da non dimenticare, infine, alcuni modelli del passato come la Ford Scorpion, la Ford Taurus e, per l’universo dei volatili, la Ford Falcon e la Ford Thunderbird (“uccello di tuono”, creatura mitologica cara agli indo-americani dell’Arizona e del Nuovo Messico).

Anche un fresco partner di Ford, la Volkswagen, ama gli animali. A inizio anni Duemila la casa tedesca in Europa ha proposto due utilitarie dall’idioma selvatico: Lupo e Fox (volpe). Nel Nord America, invece, una variante più domestica, la “Rabbit” (coniglio). Anche se la creatura che ha reso il marchio di Wolfsburg noto a ogni latitudine rimane il “Maggiolino”, entrato nell’immaginario collettivo grazie al film di Walt Disney.

Per una Renault che di recente ha dato spazio ai marsupiali con il “Kangoo”, mentre alcuni anni fa aveva guardato tra le onde del mare con la “Dauphine” (delfino), c’è una Chevrolet Impala che rinvia alle savane africane. Da non dimenticare la Opel Tigra, una Jaguar che l’animale lo ha addirittura registrato all’anagrafe e una Peugeot che ne ha fatto il suo simbolo (il leone). E non è la sola.

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Anche due storici marchi delle quattro ruote del nostro Paese hanno un quattro zampe come distintivo. Il toro per la Lamborghini. Un cavallo, per la precisione un cavallino rampante, per la Ferrari. Un simbolo del made in Italy nel mondo, famoso anche per la rivalità con Ford in più di una edizione della “24 Ore di Le Mans“. Tra le vetture sportive del tempo che fu, la pantera della De Tomaso e lo Spider (ragno) dell’Alfa Romeo.

Ma tracce di animali si trovano anche tra le auto utilitarie. Circola tutt’oggi la Fiat Panda, uno dei modelli più fortunati della casa torinese, prodotto dagli anni Ottanta del secolo scorso e in origine al centro anche di qualche diatriba col WWF proprio per il nome. E prima di lei c’era stata la “Topolino”, anche se si trattava di un soprannome, sempre comunque per ragioni estetiche, di un altro esemplare storico: la Fiat 500.