BLOG

Scopri i nostri articoli e mantieniti aggiornato sul mondo Ford

Originale, entusiasmante e di successo: così il mondo Ford vede lo “Smart Lab”

Originale, entusiasmante e di successo

Così il mondo Ford vede lo “Smart Lab”

Un’idea che piace, un modello che conquista. In Europa e nel mondo. Se è germogliato alle porte di Torino, lo “Smart Lab” si è ben presto ramificato fuori dai confini nazionali, suscitando entusiasmo e approvazione a ogni latitudine. Soprattutto tra diverse personalità dell’universo Ford che tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, all’interno del centro commerciale “Shopville Le Gru“, hanno potuto vedere con i loro occhi la rivoluzionaria formula per la mobilità elaborata da Francesco Di Ciommo, presidente e CEO di Ford Authos.

Le loro parole ne fotografano le molteplici qualità. A partire dal clima che si respira all’interno dello “Smart Lab“, rimasto ben impresso nella mente di Melinda Mulley, Corporate Trainer Facilitator di Ford Motor Company: “Qui ci sono vibrazioni diverse rispetto a un normale concessionario, una diversa energia da quella che normalmente le persone si aspettano quando interagiscono con un dealer. Questo tipo di situazione ambientale mostra il nostro brand a molte più persone e, se offriamo loro quello che vogliono, possono toccare con mano l’auto senza la solita pressione che talvolta si può percepire nei concessionari”.

Leggerezza, giovialità e accoglienza riflettono un’altra prerogativa di questo innovativo concetto di business: mettere l’utente sempre a suo agio. Lo pensa anche Michael Clements, CEO di sessantaquattro concessionarie Ford a Sydney. Per lui lo “Smart Lab” è stato un vero e proprio colpo di fulmine. “Quando abbiamo saputo di questa notizia, eravamo sorpresi. Ma quando abbiamo conosciuto più dettagli, abbiamo letteralmente abbracciato la decisione di aprire uno ‘Smart Lab‘. Il nostro business è basato sulle persone, sul modo in cui consideriamo i clienti e come li accompagniamo ad acquistare una macchina. Con buone risorse si fanno buoni affari, la sfida di oggi è far combaciare ottime risorse col mercato attuale pensando che l’ambiente sta cambiando molto rapidamente. Quando le persone entrano in contatto col mio business, quando lo staff viene al lavoro tutti i giorni e va a casa, io voglio che lo facciano col sorriso. E quando guardi qui, e vedi che tutti sorridono, beh… è una cosa che mi piace molto”.

L’ascolto è un caposaldo della filosofia “Smart Lab“. Perché le esigenze di mobilità delle persone sono sempre più diversificate, per cui occorre capirne bene la natura per poterle poi soddisfare con le soluzioni migliori. Come noleggiare un’auto piuttosto che acquistarla. Una novità piaciuta a Tim Hovik, vice-presidente del comitato nazionale dei venditori di Ford per l’America: “Penso che i tempi siano cambiati e che le persone possano amare l’idea di non avere la responsabilità dell’acquisto di un veicolo. La ritengo una grande possibilità, perché per definizione una taglia non deve adattarsi a tutte le persone”. 

Proprietario di una concessionaria Ford in Arizona, Hovik ha anche sottolineato come nella sua esperienza torinese abbia imparato molte cose, fra le quali l’utilizzo dei social media. Un altro punto di forza dello “Smart Lab“, che per le sue

Lo “Smart Lab” di Ford Authos: storia di un modello di business vincente

Lo “Smart Lab” di Ford Authos Storia di un modello di business vincente

Quattro anni di “Smart Lab“, quattro anni di un nuovo e vincente modello di business. Era il 10 aprile 2017 quando all’interno del centro commerciale “Shopville Le Gru” di Grugliasco, alle porte di Torino, veniva inaugurata la prima sede di questa nuova filosofia di vendita, che ha rappresentato una vera e propria svolta per il settore automotive.

Concepito dalla mente di Francesco Di Ciommo, presidente e CEO di Ford Authos, la concessionaria dell’Ovale Blu leader su Torino e provincia, lo “Smart Lab” ha rivoluzionato l’idea di mobilità. Da intendere non più come un processo di vendita tra dealer e utente, bensì come un servizio da offrire in base alle esigenze di quest’ultimo. Una filosofia rivoluzionaria che affonda le sue radici nella lettura della realtà odierna. Dove le persone conducono una vita sempre più frenetica, dal poco tempo a disposizione e dalle necessità sempre più diversificate. Aspetti che si riflettono anche nella scelta e nelle modalità di acquisto di una vettura.

Lo “Smart Lab” è la risposta a questi bisogni. Perché non cerca le persone, ma è a loro disposizione. La sua presenza in un centro commerciale come lo “Shopville Le Gru”, dove ne transitano in media dodici milioni all’anno, fa sì che siano loro a fermarsi e chiedere informazioni sui modelli Ford esposti. Oppure di poter sostenere un test-drive nell’area di pertinenza all’esterno della struttura. Un gruppo di giovani dinamici e preparati, cuore pulsante del progetto, è pronto ad accoglierle e ad ascoltare le loro richieste per poi soddisfarle con la soluzione migliore. Come il noleggio a breve, medio e lungo termine, punto di forza dello “Smart Lab”, che realizza a pieno l’idea di “offrire un servizio” e che è stato uno dei pilastri del suo stupefacente successo.

I risultati parlano chiari. Soltanto nel primo anno e mezzo di vita attraverso questo avveniristico laboratorio sono state vendute oltre mille vetture e sono stati ingaggiati oltre 60.000 lead. Cioè utenti che hanno manifestato un interesse verso il prodotto e che non vengono lasciati soli. Perché in un momento successivo, attraverso una comunicazione digitale, ricevono proposte mirate sui loro gusti. «È come se “Smart Lab” fosse un social fisico» ha spiegato in un’intervista a “Torino Magazine” Di Ciommo, che ha sottolineato anche la bontà dei costi gestionali di questa soluzione, molto inferiori rispetto a quelli di un autosalone tradizionale.

L’affermazione dello “Smart Lab” ha rivestito un ruolo molto importante nel nostro rilancio. Perché Authos versava in condizioni finanziarie problematiche quando Di Ciommo è arrivato alla guida (2014). La notizia del suo successo si è diffusa con rapidità anche fuori dall’Italia. E ha conquistato l’attenzione e l’interesse dei vertici dirigenziali di Ford a livello internazionale. Nel 2019 una serie di delegazioni dell’Ovale Blu provenienti da Norvegia, Belgio, Inghilterra e Cina hanno visitato lo showroom “Shopville Le Gru”. A oggi si contano altre otto sedi “Smart Lab” in tutto il mondo: due

Giovani e digitale: così Authos ha vinto la crisi

Giovani e digitale Così Authos ha vinto la crisi

I giovani e il digitale. Due ottimi ingredienti per un’efficace ricetta contro la crisi. La pandemia ha avuto forti ripercussioni sul tessuto economico del Paese. Molte aziende sono dovute ricorrere alla cassa integrazione per i loro dipendenti, altre sono state costrette addirittura a cessare la loro attività e tutto l’apparato imprenditoriale si è ritrovato al cospetto d’ingenti perdite nel fatturato rispetto all’anno scorso. Fra i settori più colpiti dal Covid c’è stato anche l’automotive che, secondo i dati del “Centro Studi Promotor”, ha chiuso il 2020 con un -27,9% di immatricolazioni in meno rispetto all’anno precedente.

Anche per noi di Authos i mesi di marzo e aprile dello scorso anno sono stati molto complicati, perché ci siamo trovati al cospetto di un’avversità imprevista e provocata da fattori esterni alle nostre responsabilità. Chiamati a una reazione, abbiamo deciso di investire ancora più energie nel nostro modello di business basato sull’innovazione: i giovani e il digitale. Un binomio integrante. Da una parte l’entusiasmo, le idee e la voglia di fare di risorse umane che guardano al domani senza timore. Dall’altra, un versante del mercato, quello digitale, ancora poco esplorato, ma che rappresenta il futuro perché la rivoluzione tecnologica iniziata negli anni 2000 con l’avvento di eBay, Amazon, Google non si è ancora esaurita.

La vendita delle automobili online è così diventata il nostro punto di forza. Attraverso un’adeguata preparazione e l’utilizzo di strumenti come lo smartphone o il pc, i nostri consulenti hanno consentito agli utenti di fare un tour virtuale del modello Ford di loro interesse, rimanendo comodi nella loro abitazione. Dopodiché perfezionarne l’acquisto. 

Una strategia che ha permesso di contenere la riduzione dei guadagni del 20% rispetto all’80% di gran parte della concorrenza. Un risultato che il nostro presidente e CEO, Francesco Di Ciommo, ha sottolineato nel suo intervento alla prima edizione del “MA-TE, la maratona digitale andata in onda il 17 marzo 2021 (12h di diretta, oltre 20.000 utenti connessi), ponte fra il mondo del lavoro e gli studenti universitari italiani (3.124 curriculum caricati), alla quale hanno partecipato numerosi esponenti dell’imprenditoria e del management italiano (105 speaker intervistati). «Di fronte a una domanda puramente virtuale della vendita di vetture, non c’era un’offerta strutturata affinché le persone potessero accedervi. Elementi fondamentali di questo business? Processi e giovani. La nostra “forza vendita” è cambiata da un’età media di 45 anni a un’età media di 28 anni. Grazie a una formazione attenta e specifica, siamo riusciti a prepararli e far sì che si potesse vendere un’automobile, cioè un prodotto dal valore di 20.000 euro, attraverso una videochiamata. In pochi lo ritenevano possibile. Noi abbiamo avuto questa visione. Siamo riusciti a formare questi giovani che

Ford e Formula-1: storia di un successo particolare e unico


Ford e Formula-1: storia di un successo particolare e unico

Trentotto anni di gran premi e tante soddisfazioni

Ford e Formula-1. Una storia, un ottimo esempio. Su come lasciare un segno indelebile della propria presenza pur rimanendo sempre dietro le quinte. Perché nessun colosso delle quattro ruote ha conquistato successi a ripetizione nella categoria regina dell’automobilismo sportivo, rinunciando alla costruzione di una vettura col suo nome.

A Ford invece questo è riuscito. Perché più che realizzare monoposto, ha sempre pensato a farle andare. Più veloci delle altre, prima delle altre e prima che fosse troppo tardi per rimanere in una Formula-1 che, proprio con l’arrivo dell’Ovale Blu, iniziò a scrivere uno dei suoi innumerevoli capitoli generazionali.

Nel 1966 la Federazione aveva predisposto che i motori raddoppiassero la cilindrata, fino a quel momento pari a 1,5 litri. E la Lotus, leggendaria scuderia britannica, per mantenersi al vertice ricercava un’alternativa agli ormai superati Coventry Climax.

Tramite anche Walter Hayes, allora addetto alle pubbliche relazioni della sede Ford d’Oltremanica, il team di Colin Chapman stipulò un accordo con la casa madre di Detroit. Che commissionò a un’azienda inglese, la Cosworth degli ingegneri Mike Costin e Keith Duckworth, la costruzione di un propulsore che avrebbe fatto epoca: il Ford Cosworth

Una creatura in lega di alluminio, figlia dell’assemblaggio di due testate a quattro cilindri FVA (fino ad allora utilizzato in Formula-2) e dotata di una bancata a V di 90°. Sprigionava 400 cavalli per 9.000 giri al minuto e pesava appena 163 kg

Una creatura in lega d’alluminio, figlia dell’assemblaggio di due testate a quattro cilindri FVA (fino ad allora utilizzato in Formula-2), dotata di una bancata a V di 90°, capace di sprigionare 400 cavalli per 9.000 giri al minuto e di pesare appena 163 kg. In poche parole, un propulsore semplice, leggero e potente. Quello che mancava alle squadre inglesi per rivaleggiare alla pari col più potente dodici cilindri Ferrari, che in quel periodo sovrastavano per telaio e aerodinamica.

Fu chiamato DFV (Double Four Valvles, con riferimento alle due testate e alle quattro valvole per cilindro) e fu assoluto protagonista tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta. Merito di record ancora imbattuti.7 titoli mondiali piloti consecutivi (1968-1974). 22 vittorie di fila (dal Gran Premio d’Austria 1972 al Gran Premio del Sudafrica 1974). Maggior numero di affermazioni (13) nel Gran Premio di Monaco

Una donna e una Ford: così nacque la linea di mezzeria

Una donna e una Ford

Così nacque la linea di mezzeria

Tra i suoi ausili tecnologici l’intera gamma di vetture Ford annovera il “Lane Keeping AID”, il sistema che con una vibrazione del volante avvisa il guidatore quando sta per uscire involontariamente dalla corsia di percorrenza. Oltre a favorire la sicurezza stradale, questa soluzione ha anche un’altra particolarità. Discende dall’idea di una donna del secolo scorso, June McCarroll, che ha cambiato per sempre la storia della circolazione stradale: la linea di mezzeria.

Nata il 30 giugno 1867 a Lewis County (stato di New York), dopo la laurea all’Allophatic Medical College di Chicago si trasferì in California insieme al marito, che si era ammalato di tubercolosi e per le sue cure necessitava di un clima caldo e secco come quello della West Coast. Lungo la strada verso Los Angeles i due si fermarono in un campo per gli affetti da tisi nei pressi di Indio, che successivamente ereditarono nella gestione da uno dei suoi fondatori. Qui “Doc June”, come fu ribattezzata dagli abitanti, iniziò a svolgere la sua professione di dottoressa con amorevole dedizione, prendendosi cura di ogni singolo cittadino che perlopiù visitava a domicilio. Divenne abbastanza popolare, al punto che nel 1907 il “Bureau of Indian Affairs” le affidò il compito di occuparsi della salute degli indiani Cahuilla, pressoché abbandonati a loro stessi per l’assenza nei loro territori delle minime condizioni di assistenza medica e igiene sanitaria.

Durante il periodo della Prima Guerra Mondiale la sua vita subì più di uno sconvolgimento. Nel 1914 perse il marito, due anni dopo si sposò una seconda volta con un agente ferroviario e nel 1917 fu protagonista dell’evento che cambiò la storia della viabilità e che la consegnò alla Storia. Una sera, mentre era al volante della sua Ford Modello T e ritornava a casa da una giornata di visite, fu costretta a un’improvvisa uscita di strada per evitare di andare a sbattere contro un camion che procedeva in senso opposto e a gran velocità. Siccome non era la prima volta che si ritrovava al centro di una situazione così pericolosa, “Doc June” ebbe un’idea: perché non dipingere una linea bianca che dividesse la carreggiata in due corsie uguali, evitando così di mettere a rischio l’incolumità delle persone?

Così presentò la sua proposta al consiglio dei supervisori della contea di Riverside e alla locale Camera di Commercio, senza però ricevere la risposta desiderata. Ma non si perse d’animo. Prima stese una striscia di vernice bianca lunga 2 miglia e larga 4 pollici al centro della strada che passava davanti alla sua abitazione. Successivamente, grazie alla sua tenacia e al sostegno di due associazioni femminili – la “Indio Women’s Club” e la “California Federation of Women’s” – riuscì a vincere la sua battaglia. E nel 1924 le autorità californiane dettero il via libera alla stesura di una linea di mezzeria per 5.600 chilometri di asfalto. Nasceva la linea di mezzeria. Fu l’inizio della segnaletica stradale

La svolta epocale di Ford: dal 2030 in Europa produrrà soltanto auto elettriche

La svolta epocale di Ford

Dal 2030 in Europa produrrà soltanto auto elettriche

Il domani dell’automobile in una data: 2030. Quando Ford in Europa si dedicherà esclusivamente alla produzione di vetture elettriche. Lo ha annunciato il 17 febbraio, in una conferenza stampa a Colonia, Stuart Rowley, presidente di Ford Europa.

Una dichiarazione che giunge poche settimane dopo lo sbarco della Mustang Mach-E nel Vecchio Continente e dalla portata sensazionale. Non soltanto per il futuro dell’universo dell’auto, ma soprattutto per quello del pianeta. Perché se un brand di fama internazionale come l’Ovale Blu annuncia lo stop ai veicoli a combustione per uno dei suoi bacini di mercato più ampi, significa che la trasformazione verso un mondo più ecologico non è una formale dichiarazione di intenti. Bensì una realtà sempre più concreta.

Più ragioni alla base di questa epocale decisione. Nell’ultimo biennio Ford ha ridotto di 1 miliardo di dollari i suoi costi strutturali. Ha modificato la strategia dei suoi mercati non performanti con la creazione di una gamma più calibrata sulle aspettative dei suoi clienti. Infine, ha chiuso in attivo il fatturato del 4° trimestre del 2020. Un risultato straordinario, visto che è stato ottenuto nell’anno della pandemia.

Questi successi hanno permesso l’aumento degli investimenti nel processo di elettrificazione della flotta. Al punto che per il 2025 è stato annunciato uno stanziamento di 22 miliardi di dollari. In pratica, il doppio di quanto preventivato in un primo momento.

“Abbiamo ristrutturato con successo Ford Europa e siamo tornati alla redditività nel quarto trimestre del 2020. Ora ci stiamo avviando verso un futuro completamente elettrico in Europa con nuovi veicoli e una customer experience connessa di altissimo livello” ha commentato Stuart Rowley. Che ha aggiunto: “Quest’anno, in Europa, ci aspettiamo di continuare su questo trend fortemente positivo e di restare in linea con la tabella di marcia. Il nostro obiettivo è un margine EBIT del 6% come parte del piano di Ford per trasformare il suo business globale dell’automobile”.

Il 2030 interamente elettrico sarà l’ultimo di una serie di tre significativi step del colosso di Detroit sul tema delle zero emissioni. Nel 2023, sempre dallo stabilimento di Colonia, uscirà la prima Ford 100% elettrica costruita in Europa. Dodici mesi più tardi, invece, tutti i veicoli commerciali, settore nel quale Ford è stata leader nel mondo anche nel 2020, avranno una versione plug-in hybrid o full electric. La stessa sorte nel 2026, sempre per l’Europa, toccherà alle automobili.

“La decisione di rendere il sito di produzione e sviluppo di Colonia il centro della mobilità elettrica per Ford in Europa è un segnale importante per l’intera forza lavoro” ha affermato Martin Hennig, Presidente del Consiglio aziendale generale della Ford-Werke GmbH. “Offre una prospettiva a lungo termine per i nostri dipendenti e allo stesso tempo li incoraggia a contribuire a plasmare questo futuro elettrico”.

La svolta di Ford si ritrova nei programmi di mobilità sostenibile dell’Unione Europea, che al termine del 2019 aveva proclamato l’inizio di

Mobilità elettrica: svolta in arrivo per le stazioni di ricarica

Mobilità elettrica

Svolta in arrivo per le stazioni di ricarica 

Dovrebbe essere a una svolta la mobilità elettrica in Italia. Il 21 dicembre 2020 la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha approvato un emendamento che obbliga, entro centottanta giorni, i concessionari autostradali a installare ogni cinquanta chilometri una colonninaultra-fast”, in grado di erogare una ricarica di oltre 100 kW e consentire un pieno di energia in pochi minuti. Questo provvedimento va incontro alla disposizione europea che obbligava l’Italia a definire entro il 2020 una regolamentazione per l’installazione delle infrastrutture di rifornimento alternativo (direttiva DAFI).

Ma soprattutto dovrebbe risolvere l’annoso problema delle stazioni di ricarica. Secondo i dati EAFO (European Alternative Fuels Observatory), l’osservatorio europeo sulla mobilità alternativa, attualmente sul nostro territorio ci sono appena 13.381 colonnine. Un numero molto basso e che fa impallidire se confrontato con altri Paesi europei, specialmente quelli del Nord. In Gran Bretagna soltanto nel 2020 erano presenti circa 37.000 postazioni, il doppio rispetto al 2018. Ancora più avanti la Norvegia, dove addirittura il parco vetture vede quelle a batteria in maggioranza (54%) rispetto a quelle a combustione e le pompe di carburante smantellate per lasciar posto agli attacchi per le prese elettriche. Se è pur vero che queste due nazioni sono svincolate dall’eurozona e di recente anche dall’Unione Europea (Brexit), le cifre provenienti da Germania (44.700) e Svezia, che ha una popolazione pari alla Lombardia (10 milioni) e dove ci sono 10.000 impianti per una flotta elettrica di 107.000 macchine (1 ogni 10), sono indicative su come aldilà delle Alpi la mobilità sostenibile sia un orizzonte sempre più concreto.

Dalla quantità alla qualità. Oltre a una presenza deficitaria i problemi delle colonnine italiane sono la loro distribuzione sul territorio e la loro efficienza. Ben oltre la metà di esse si trovano al Nord Italia (56%) con le rimanenti sparse tra il Centro (23%), il Sud e le isole (21%). Una disomogeneità accompagnata da una capacità molto ridotta. Perché la maggior parte di loro, il 95%, sono della tipologia AC (Corrente Alternata) ed erogano una potenza tra i 23 e i 47 kW. Valori penalizzanti per il pieno della batteria, che necessita di molte ore. Al punto che se la potenza dovesse essere ancora più bassa, per esempio sotto i 7,4 kW (cioè il 22.4% delle strutture esistenti), s’impiegherebbe meno tempo per fare un viaggio in autostrada da Roma a Milano.

Gli esemplari a corrente continua, ribattezzati “fast”, cioè dai 50 kW in su, sono appena il 3.1%. E hanno un problema non di poco conto. In autostrada ce ne sono appena dieci in un tratto di circa cinquanta chilometri lungo l’A22 (Autostrada del Brennero). Ancora peggio la situazione delle cosiddette “ultrafast”, capaci di garantire un gettito di oltre 100 kW, allo stato attuale vere e proprie reliquie visto che se ne contano tra le 650 e le 700 su tutta la rete stradale nazionale. Con la particolarità che la maggior parte di loro non sono sempre

Animali domestici: abbandonarli è reato

Animali domestici

Abbandonarli è reato

Se tenerli con noi è amore, abbandonarli è orrore. Così teneri e affettuosi da volerli sempre al nostro fianco anche quando andiamo in vacanza, gli animali domestici spesso però si ritrovano al centro di storie tristi. E talvolta crudeli.

Alcune hanno fortunatamente il lieto epilogo. Come un volpino della provincia di Bari, adottato da una famiglia dopo due mesi di randagismo. Ma altre purtroppo raccontano di creature che fanno perdere le loro tracce. Oppure che vanno incontro a una brutta fine. Tanto che secondo una statistica della LAV (Lega Anti-Vivisezione), ogni anno vengono abbandonati in media 130mila animali, 80.000 cani e 50.000 gatti.

Gli autori di queste cattiverie probabilmente ignorano che con i loro gesti commettono un reato. L’abbandono di un animale domestico è sanzionato dal codice penale.

L’articolo 727 prevede pene pecuniarie, comprese tra i 1.000 e i 10.000 euro, e detentive, quantificate in un anno di reclusione. Perché disfarsi di un fedele compagno di giochi può essere anche passibile di omicidio colposo. Lo sfortunato animale potrebbe essere investito da una macchina. Oppure, senza volerlo, potrebbe causare altre vittime. Pensiamo a un cane scaricato in autostrada. Disorientato e impaurito, potrebbe cominciare a vagare contromano sulla carreggiata, rischiando di causare un incidente tra le vetture che sopraggiungono ad alta velocità.

Il reato però non si commette soltanto sbarazzandoci del nostro amico a quattro zampe. Ma anche dimenticandolo chiuso in auto, magari parcheggiata sotto il sole. Una condizione di disagio e sofferenza che, se di lunga durata, potrebbe condurlo alla morte.

Ma allora che fare qualora ci trovassimo in presenza di un cane con gli occhi tristi e senza una meta?

Innanzitutto è importante fare una distinzione tra imbattersi in un animale abbandonato e in un abbandono. Perché in quest’ultima circostanza si dovranno subito chiamare le forze dell’ordine – carabinieri, polizia o polizia municipale – per denunciare l’accaduto. Dopodiché dedicarsi alle condizioni di salute del nostro sfortunato amico. La procedura è analoga a quella per i randagi. Cioè avvisare le guardie zoofile o l’ASL e chiedere l’intervento del servizio veterinario per le cure del caso.

Qualora il ritrovamento avvenga in città o in un luogo poco trafficato, nell’attesa dei soccorsi possiamo intrattenere la povera bestiola per evitare che scappi impaurita.

Se invece ci accorgiamo che vagabondeggia in autostrada o su una strada ad alta percorrenza, converrà prima contattare la polizia stradale. Dopodiché avvicinare la creatura con molta prudenza. Per non spaventarla e per non mettere a rischio la sua incolumità e quella degli altri automobilisti.

Se il cane o il gatto hanno un collare, una medaglietta, oppure sono dotati di tatuaggio o microchip, gli inquirenti contatteranno il proprietario e provvederanno alla riconsegna. Viceversa, dopo le dovute medicazioni i cani saranno portati in un canile sanitario. Dove rimarranno finché non saranno adottati da una nuova famiglia. Mentre i mici potranno essere accolti nella casa del loro salvatore.

Gli ecoincentivi di Authos anche senza rottamazione non dimenticano nessuno

Vetture usate e veicoli commerciali

Gli ecoincentivi di Authos non dimenticano nessuno. E non guardano alla rottamazione

Ecobonus, atto secondo. Dopo i 550 milioni di euro della scorsa estate il governo ha predisposto un altro aiuto economico per il settore automotive: 420 milioni per il semestre compreso tra il 1°gennaio e il 30 giugno 2021. 370 di essi saranno destinati alle vetture, i restanti 50 ai veicoli commerciali.

Si tratta di un nuovo sostegno alla necessità dei concessionari di riattivare il circuito delle vendite e al potere di spesa degli utenti, ridotto a causa dell’emergenza sanitaria e orientato verso la green mobility. Perché i maggiori benefici si avranno con l’acquisto di una vettura elettrica o ibrida, appartenenti alle prime due delle tre fasce di veicoli alle quali saranno destinate le agevolazioni statali.

Per le auto a batteria, prima fascia di emissioni (da 0 a 20 g/km di CO2), sono previsti ecoincentivi fino a 10.000 euro. A patto che il loro prezzo di listino non superi i 50.000 euro (IVA esclusa). Stesso limite, ma sconti invece fino a 6.500 euro per le ibride plug-in (seconda fascia, da 21 a 60 g/km di CO2). Mentre in terza fascia (61-135 g/km di CO2), insieme alle ibride, troviamo le alimentazioni a benzina, diesel o bifuel. Per esse è previsto un bonus di 3.500 euro. Devono però soddisfare una condizione. Il loro costo non deve sforare i 40.000 euro (Iva esclusa) e si deve provvedere alla rottamazione del precedente veicolo, che dovrà appartenere a una categoria precedente la “Euro 6″ ed essere immatricolato entro e non oltre il 31/12/2010.

Indubbiamente vantaggiosi per chi vorrà sostituire la propria auto, i nuovi ecoincentivi hanno però un limite: il mezzo acquistato dovrà essere di nuova immatricolazione. 

Tutt’altra storia invece quella raccontata da noi di Authos. Dove continuiamo a non dimenticare nessuno e a garantire maggiori risparmi e maggiori prospettive d’acquisto. Come in estate, quando avevamo anticipato di un mese l’erogazione delle sovvenzioni governative iniziate il 1°agosto.

Merito delle nostre offerte, estese anche al settore dell’usato e a chi si avvarrà del piano d’acquisto “AuthoSì”. Una soluzione che aggiunge uno sconto all’ecoincentivo statale sul nuovo con rottamazione. Ma che soprattutto assicura un bonus per tutto l’usato e per i veicoli senza rottamazione e permette di pagare la prima rata del mezzo dopo sei mesi.   

Per le vetture nuove si va dai 17.000 euro di sconto (con o senza rottamazione) della Ford Explorer ai 7.250 euro (con rottamazione), o 5.750 euro (senza rottamazione), della Ford Puma. Da segnalare i 10.000 euro in meno (con

Ford: d’ora in avanti sarà una Fiesta senza diesel

Ford: d’ora in avanti sarà una Fiesta senza diesel

Diesel, la Fiesta è finita. A settembre Ford ha interrotto la produzione di auto a gasolio per una delle sue creature più celebri e di successo, lanciata nel 1976 e oggi giunta alla settima generazione. Gli ultimi esemplari per il mercato europeo sono stati fabbricati a Colonia in agosto, poi lo stop definitivo

Cessa così, dopo trentasei anni, il rombo di un motore che ha contribuito a scrivere pagine importanti della Ford famosa nel mondo come “l’ideale di vettura compatta”. Apparso per la prima volta nel 1984 sulla Fiesta “Mk II” in versione “1.6 XR2” con 53 CV, era capace di erogare una potenza tale da passare da 0 a 100km/h in 16.9 secondi. Sul modello successivo, l’“Mk III”, i cavalli arrivarono a 58 per aumentare a 75 con l’evoluzione “1.8 TD” a bordo della quarta serie, l’“Mk IV”, che aveva abbassato i tempi di reazione – da 0 a 100 km/h in 13.9 secondi – per toccare i 167 km/h. Eravamo a inizio millennio (2000-2002) dopodiché la progressione fu costante: 90 CV sulla “Mk V”, addirittura 95 CV sulla “Mk VI” a partire dal 2011 per merito dell’aggiornato “1.6 TDCi 8V DPF” (Euro5). Ad assicurare gli ultimi acuti, i quattro cilindri del “TDCi da 1.5 litri” con 85 e 120 CV, il cosiddetto EcoBlue, i cui modelli saranno disponibili sul mercato fino a esaurimento scorte, in grado di spingere la macchina fino ai 195 km/h

Ma perché Ford ha deciso di fare a meno di un’alimentazione meno costosa rispetto a quella a benzina? Per una serie di motivazioni. Innanzitutto, economiche. In casa dell’Ovale Blu si sono accorti che il diesel vende sempre meno. Nel Vecchio Continente durante il 2019 è stato acquistato soltanto il 2% delle Ford Fiesta dotate di questa conformazione meccanica. Una cifra tale da non giustificare ulteriori investimenti, che in riva ai laghi del Michigan hanno preferito destinare al nuovo versante della mobilità su quattro ruote: l’ibrido. Cioè la seconda ragione di questo cambiamento epocale. Nella seconda metà del 2019 Ford aveva annunciato l’intenzione di una massiccia elettrificazione della sua flotta a partire dal 2020 per raggiungere al più presto l’obiettivo dell’Unione Europea di limitare le emissioni di CO2. L’emergenza sanitaria ha costretto a rivedere i programmi, tanto che il programma “Go Electric” è slittato al 2021. Non è un caso però che il tramonto della Fiesta diesel sia avvenuto in concomitanza con la nascita della versione EcoBoost Hybrid, che equipaggerà l’intera gamma dell’attuale versione grazie a un propulsore a tre cilindri integrato da una batteria a 48V. Un binomio garanzia di una duplice riduzione: dei consumi e dell’inquinamento atmosferico. L’ibrido leggero è una delle

Nuova Ford Puma ST: sentirsi un pilota non sarà più un sogno

Nuova Ford Puma ST Sentirsi un pilota non sarà più un sogno

L’auto per chi vuole sentirsi pilota. Presentata lo scorso 24 settembre 2020, è finalmente arrivata la Nuova Ford Puma ST. Un concentrato di potenza e aerodinamica messo a punto dal Team Ford Performance, il reparto dell’Ovale Blu che si occupa della costruzione di veicoli ad alte prestazioni, e destinato a stregare gli appassionati.

Già alla vista toglie il respiro. Contraddistinto dall’inconfondibile griglia nera a nido d’ape tipica delle sportive Ford e da prese d’aria più grandi rispetto alla versione tradizionale per permettere un miglior raffreddamento del motore, il suo avantreno è più largo di quello della Nuova Ford Puma e su di esso poggia gran parte del carico aerodinamico. Pur riprendendo le linee del modello SUV oggi in voga fra le quattro ruote, la Nuova Ford Puma ST si caratterizza per l’assetto ribassato grazie a minigonne molto estreme che garantiscono più effetto suolo e quindi maggiore velocità. Slanciate e audaci, le fiancate trasmettono la sensazione di essere alla guida di un crossover pronto ad aggredire l’asfalto con la stessa determinazione con la quale il puma balza sulla preda. Spostando lo sguardo sul retrotreno, si percepisce il richiamo dell’autodromo nello spoiler pronunciato e nel doppio scarico integrato. A fare infine da cornice, le ruote con cerchi in lega da 19” e gli pneumatici Michelin Pilot Sport 4S, che si ritrovano a beneficiare del differenziale meccanico LSD, ben integrato con il controllo dinamico della trazione in curva (Torque Vectoring Control). 

Proprio dalla meccanica arrivano le scariche di adrenalina più forti. Basta premere sull’acceleratore. La Nuova Ford Puma ST è spinta dal motore turbo a benzina EcoBoost 1.5 a tre cilindri, dotato di una coppia a 320 Nm che è capace di raggiungere tra i 2.500 e i 3.000 giri al minuto e di sprigionare una potenza di 200 CV. Prestazioni subito percepibili nelle velocità: la massima è di 220 km/h e in appena 6,7 secondi si passa da 0 a 100 km/h. Performance da circuito sostenute da un cambio manuale a sei rapporti, rifinito col pomello ST, e abbinate a una miglior guidabilità del mezzo grazie alla reattività dello sterzo, aumentata del 25%, a sospensioni posteriori più rigide del 50% rispetto alla Nuova Ford Puma tradizionale e a una barra antirollio da 28 mm, che consentono un miglior assorbimento delle vibrazioni e delle imperfezioni del fondo stradale come le buche. Il tutto nel segno della tecnologia e del rispetto dell’ambiente. Perché quando non è richiesto l’impiego a tempo pieno del propulsore, è prevista la disattivazione dei cilindri in quel momento inutilizzati in 14 millisecondi ovvero venti

Che cosa fare per avere un’auto pet-friendly?

Che cosa fare per avere un’auto pet-friendly?

Confortevole, silenziosa e prestante, la vostra automobile vi soddisfa ed è in grado di portarvi ovunque lo desideriate. Ma può dirsi lo stesso per lui? È contento quando è a bordo con voi? “Lui” non è altro che il vostro affettuoso cagnolino (o cagnolone, a seconda delle dimensioni), che allieta le vostre giornate scodinzolando in casa o in giardino. Lo amate così tanto al punto che, quando decidete di partire per un viaggio, è il primo che fate salire nell’abitacolo. Solo che vi siete mai chiesti quali caratteristiche debba avere la vostra vettura per essere pet friendly, cioè in possesso dei migliori requisiti per il trasporto del vostro amico a quattro zampe? Inevitabile che, come per gli esseri umani, anche per tutti i Fido del globo le condizioni di sicurezza siano un requisito fondamentale. Prima però di partire, è bene assicurarsi che il vostro cane sia predisposto a farsi scorrazzare in lungo e in largo. Perché non è raro trovare qualcuno di loro affetto da mal d’auto. Per cui, perché non testare intanto le sue reazioni con un tragitto di breve durata?

Aldilà di quello che ne sarà l’esito, sarà comunque importante che ciò avvenga dopo aver preso una serie di precauzioni finalizzate a garantire l’incolumità vostra e del vostro passeggero. Occorrerà quindi che la vostra autovettura sia dotata di una barriera divisoria tra i sedili anteriori e i posteriori, oppure tra quest’ultimi e il vano bagagli, affinché la vostra guida non sia messa in pericolo dalla spontanea irruenza del vostro amico, che all’improvviso potrebbe decidere di sedersi sulle vostre gambe o di voler giocare mentre siete col volante tra le mani. I cani, infatti, per natura, se non dormono, riescono a stare fermi per pochi minuti.

Prima di accendere i motori, ricordatevi anche di altri accorgimenti. Il blocco delle serrature, per evitare che con i suoi movimenti il cane possa aprire una delle portiere e ritrovarsi involontariamente sbalzato in mezzo alla strada, e l’apertura dei finestrini che, con la bella stagione, dovrà impedirgli di esporre il suo muso all’esterno, mettendolo così al riparo da eventuali agenti esterni come un sasso o, in caso di asfalto bagnato, l’acqua sollevata dalle altre vetture. Dalla sicurezza alla comodità. Anche i cani hanno diritto al comfort.Quindi riservategli uno spazio dove possano sistemarsi comodamente e, per rendergli ancora più gradevole il tragitto, ricordatevi di fare un “pet-stop” almeno ogni novanta minuti. Come noi abbiamo necessità di sgranchire le gambe dopo essere stati seduti per molto tempo, così i cani hanno bisogno di stare all’aperto e muoversi in piena libertà.

Una volta ripartiti, avranno sicuramente sete. Voi non fatevi trovare impreparati e predisponete una ciotola di plastica sì piena d’acqua, ma soprattutto fissata agli interni della vettura in modo che non possa rovesciarsi. In questo modo, il vostro cane potrà dissetarsi quando lo vorrà, senza però che la sua giocosa irruenza trasformi l’abitacolo in una piscina.

Dal bere al mangiare. Per evitare spiacevoli inconvenienti, che vi costringerebbero a turni straordinari di pulizia, oltre che