Il piccolo Roberto e i segreti per un’ottima settimana bianca

Grazie a un giovane amico vi raccontiamo come partire per la montagna senza pensieri

«Per una settimana bianca felice bisogna prima di tutto avere un’auto felice». Roberto aveva appena iniziato ad ascoltare le parole del nonno. Al ritorno da scuola, come tutti gli altri giorni, era passato a salutarlo nell’officina dove lavorava da una vita e che si trovava a pochi passi dalla sua abitazione. Quel giorno però era preoccupato.

Poche ore prima, a ricreazione, aveva raccontato ai suoi amici che nel fine settimana sarebbe andato a sciare insieme alla sua famiglia. Per lui era la realizzazione di un sogno cullato da anni. Adorava la neve, ma finora si era dovuto accontentare sempre di vederla cadere da dietro le finestre di casa. Sennonché, mentre parlava della sua ormai imminente vacanza, aveva dovuto ascoltare anche le disavventure di un suo compagno di classe, Giacomo. L’anno precedente aveva vissuto una settimana più nera che bianca a causa dei numerosi problemi accusati dall’auto dei suoi genitori. 

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Così ora, mentre rincasava, il piccolo (dieci anni) era assillato dalle paure: “Ma se quei guai capitassero alla nostra macchina? Avrei anch’io la vacanza rovinata?!? Uffa, no… non ci voglio pensare!”. Si rese conto che quel giorno avrebbe avuto un motivo in più per fermarsi dal nonno, che lo ascoltò mentre ultimava alcuni interventi su una Ford Fiesta. Poi prese una sedia, gli si mise accanto e cominciò a parlargli, catturando subito la sua attenzione con quella frase: “Per una settimana bianca felice bisogna prima di tutto avere un’auto felice. Al termine della quale aggiunse: «Perché è la macchina che ci porta dove noi desideriamo. Ma se lei non sta bene, anche noi saremo in difficoltà». 

Il nonno era una miniera di informazioni e il nipote lo capì anche quando gli chiese le contromisure da adottare per evitare guai. «Quando andiamo in montagna, la strada è coperta di ghiaccio e neve. Quindi, per prima cosa, assicuriamoci di aver montato i pneumatici invernali. Perché le gomme per la macchina sono come le scarpe per noi esseri umani. Se sbagliamo il modello, ne risentono anche i nostri spostamenti e ci facciamo del male». 

Dalle calzature all’abbigliamento. Il nipote parlò di come l’amico Giacomo non era potuto andare sulle piste perché la macchina era sommersa dalla neve e non si avviava. Per non parlare dei problemi all’impianto di illuminazione.

Al che il nonno proseguì: «Purtroppo la batteria col freddo ha più probabilità di consumarsi, quindi prima di partire conviene assicurarsi che sia sempre carica. E, se necessario, sostituirla. Per cui meglio fare un salto in officina. Così si controllano anche le luci di posizione anteriori e posteriori, indispensabili per segnalare la nostra posizione anche di giorno, visto che d’inverno, specialmente ad alta quota, la nebbia o il buio sopraggiungono in anticipo. Infine, la sera, quando parcheggiamo definitivamente la nostra vettura, conviene coprirla con dei teli appositi, che la proteggono da eventuali nevicate e impediscono la formazione del ghiaccio sui vetri».   

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I guai dell’amico di Roberto non erano però finiti. Durante il viaggio di ritorno suo padre si era dovuto fermare da un meccanico per problemi ai freni e al radiatore dell’acqua.

Inconvenienti che spinsero il nonno a proseguire. «Anche i freni devono essere controllati prima di partire per la settimana bianca: le strade montane sono tortuose e richiedono un loro maggior impiego, senza dimenticare il rischio delle uscite di strada a causa dell’asfalto scivoloso. E sempre il ghiaccio ci ricorda l’importanza di versare il liquido antigelo nel radiatore. Così la temperatura dell’acqua rimarrà sempre sotto controllo, evitando danni al motore, e anche nella vaschetta dei tergicristalli ci sarà liquido a disposizione per la pulizia del parabrezza».  

A quel punto gli venne in mente Cristina, la sorella di Roberto, che aveva compiuto da poco tre anni. «Quando partirete per la montagna, regolate il climatizzatore su una temperatura equilibrata. Altrimenti rischiate di trasformare l’abitacolo in una sauna con conseguenze sulla salute dei passeggeri». E poi. «Ricorda a tuo padre di partire con moderazione, perché in inverno il motore ha bisogno di riscaldarsi gradualmente, senza strappi». 

Il nonno aveva finito. Roberto lo guardò con silenziosa ammirazione ancora per alcuni istanti. Poi si alzò dalla sedia. Il suo animo era nuovamente sereno. Quei pochi minuti e quei preziosi e semplici consigli avevano spazzato via i cattivi pensieri dalla sua mente e gli avevano restituito una certezza: quella prima vacanza sulla neve sarebbe stata indimenticabile. 

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