Come sconfiggere la crisi dei chip?
Con la “pronta consegna”
Un’isola in mezzo al mare per scampare al naufragio. È la “pronta consegna”, uno dei servizi di punta dell’offerta di Authos, cresciuta d’importanza negli ultimi mesi al punto da assumere le sembianze di un vero e proprio rifugio. Per tutti. Concessionari e clienti.
Il motivo? La perdurante crisi del settore automotive. Dopo il 2020 della pandemia, ora è il turno dei chip. Le case automobilistiche sono a corto dei semiconduttori necessari al funzionamento degli innumerevoli dispositivi elettronici presenti sulle vetture (tettino dell’abitacolo, GPS, centralina per il climatizzatore, per i sedili con massaggio, per gli assistenti alla guida, ecc.). Una carenza che si ripercuote sulla produzione, ridotta in certi casi dell’80-90%, e che impedisce ai dealer di fruire dei beni con i quali soddisfare le esigenze degli utenti.
Una situazione figlia del lockdown, durante il quale chi fabbrica questi piccoli congegni ha concentrato i suoi investimenti su pc e smartphone a discapito delle quattro ruote, e di alcuni imprevisti come la portacontainer incagliata nel canale di Suez lo scorso 23 marzo, che ha rallentato le esportazioni dei pezzi in Europa. Impossibile per il momento prevederne la fine, c’è chi parla di sei mesi e chi invece di un anno.
Così il settore auto si ritrova alle prese con un problema ben più grande del Covid, come osserva il nostro presidente e CEO, Francesco Di Ciommo: “La pandemia aveva chiuso la domanda fisica del prodotto, ma l’imprenditore che voleva vendere doveva solo ingegnarsi per farlo a distanza, poiché effettivamente aveva disponibilità di prodotto. Invece ora la mancanza di prodotto si traduce, dal punto di vista economico, nella presenza di domanda accompagnata però dalla mancanza di offerta, poiché non si ha merce da vendere”. Ma c’è di più. Proprio per la sua penuria, il costo del bene sarà destinato inevitabilmente ad aumentare. “I concessionari oggi non hanno scelta e subiranno passivamente la carenza di prodotto che, tra l’altro, riguarda anche le materie prime. In generale stanno aumentando i costi di tutto ciò che riguarda l’utilizzo o meno dei microchip”.
Preso atto del problema, che cosa può fare un dealer per fronteggiarlo nel migliore dei modi? Innanzitutto, tenersi informato ed essere lungimirante. “Sei mesi fa abbiamo individuato e percepito il potenziale problema futuro, leggendo i giornali, guardando macro economicamente che cosa succedeva e comprendendo che ci dovevamo ristrutturare” premette Di Ciommo, che poi sottolinea la necessità di prendere dei rischi.
“Abbiamo aumentato gli oneri finanziari, circa 70.000 euro al mese di più a seconda della quantità di auto che abbiamo preso. Gli organi di controllo mi hanno dato del matto, ma oggi è proprio grazie a questa scelta che abbiamo la possibilità di andare avanti per sei mesi, di far proseguire il ciclo naturale dell’azienda e creare conto economico”.
Infine, ecco calare sul tavolo la carta che permette di restare in partita: la “pronta consegna”. Il servizio che mette a disposizione una vettura nuova in tempi brevi e che è da sempre centrale nel modus operandi di Authos. “Noi lavoriamo da sempre in pronta consegna” sottolinea il numero uno della concessionaria Ford leader su Torino e provincia “perché a mio parere la possibilità di acquistare e ritirare nella quasi immediatezza un bene, è ciò che fa la differenza rispetto a doverlo attendere. È chiaro, la persona compra un bene perché lo vuole subito. Questa è sempre stata la mia filosofia di vita. Oggi questo nostro servizio è ancora più importante, perché ti permette di superare l’elasticità della domanda e dell’offerta, solitamente molto flessibile, e ottenere invece una certa rigidità. Poiché all’aumento del prezzo, considerata la mancanza di prodotto e dunque di offerta, la domanda rimarrà invariata”.
A fronte di una media dei tempi di attesa dei competitor che oscilla fra i due e i tre mesi, grazie alla “pronta consegna” Authos oggi riesce a vendere e consegnare automobili in massimo quindici giorni. Un vantaggio evidente anche in chiave economica – la somma si incamera quando il mezzo è nelle mani del cliente – per una strategia destinata a fare la differenza in questo momento storico. E che avvantaggia anche chi dispone del prodotto nonostante la tendenza degli ultimi tempi ne suggerisse la vendita soltanto su richiesta. “Con lo sviluppo della vendita online – conclude Di Ciommo – si tende a non creare più stock di vetture, ma a lasciarle negli hub dei costruttori e, solo una volta conclusa la vendita, consegnarle al venditore. Io non sposo questa teoria, ma seguo il flusso del web: quindi vendo tramite web, ma consegno poiché ho effettivamente i mezzi in stock. Oggi, paradossalmente, il problema rimane. Poiché non c’è prodotto e quindi la ‘pronta consegna’ fa la vera differenza. Tanto che a livello di comunicazione, noi non comunichiamo il prezzo dell’auto, bensì che ne abbiamo solo disponibilità”.