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Nuova Ford Mustang: un viaggio dentro l’emozione


Nuova Ford Mustang: un viaggio dentro l’emozione

In arrivo la settima versione della “muscle car” più famosa al mondo

Settima serie, settima meraviglia. Gli appassionati di auto e i clienti Ford di tutto il mondo non vedono l’ora che arrivi il 2023. Il motivo? La Nuova Ford Mustang. La vettura simbolo dell’Ovale Blu ritornerà a essere protagonista con un nuovo modello, il settimo della serie inaugurata nel 1964, che si preannuncia ancora più estremo e ruggente dei precedenti.

Anche se il suo arrivo sul mercato europeo è previsto per la parte finale del prossimo anno, mentre negli Stati Uniti è atteso per l’estate, la nuova versione della muscle car resa celebre da Steve McQueen al cinema (Bullitt, 1968) è già destinata a passare alla storia indipendentemente dalle sue caratteristiche. Perché sarà l’ultima esclusivamente a benzina, visto che dal 2030 inizierà la progressiva dismissione dei motori endotermici puri in funzione delle zero emissioni da raggiungere entro il 2050.

Interni avveniristici

Ma non è certo l’esclusività dell’alimentazione a benzina l’unico motivo per gustare l’icona della guida sportiva nel mondo. Tutt’altro. Per cui salite a bordo, allacciatevi le cinture e tenetevi forte. La Nuova Ford Mustang è sinonimo di evoluzione grazie già al suo abitacolo. A sintetizzarlo, una parola: avveniristico.

I nuovi interni infatti sono ancora più spaziosi, raffinati e comodi per una guida e un viaggio più confortevoli, grazie anche all’impianto stereo “Bang&Olufsen” a dodici altoparlanti. Ma soprattutto sono più tecnologici per la riduzione di alcuni elementi (le bocchette del clima scendono a due) e la rimozione di alcuni comandi fisici (radio e climatizzatore), che ora si gestiranno dai 13,2 pollici del display touch dell’infotainment. Un significativo miglioramento in ottica digitale, completato dalla piattaforma Ford SYNC 4, ormai sempre più presenza fissa in tutti i modelli della casa, dotato di Android Auto e Apple Car Play, utilizzabile dallo schermo a 13,2 pollici. Confermata la leva del freno a mano sempre a sinistra.

Al cuore del mito: il motore

Da sempre, il motore è il cuore di un’auto. E questo vale ancora di più per la Mustang, che anche nella nuova versione terrà fede al mito. Anzi, lo farà battere ancora più forte. Merito di un V8 aspirato di quarta generazione, a trazione posteriore, con cinque litri di cilindrata e capace di sprigionare una potenza e una coppia massima ancora maggiori che in passato.

Previsto il cambio automatico a dieci rapporti oppure manuale a sei e dotato di “rev matching”, il sistema che consente la cambiata senza bisogno che il motore riprenda i giri. Un’opzione in più per assecondare le sei modalità di guida: Normal, Sport, Slippery, Drag e Track. Alle quali se ne aggiunge una personalizzabile con più profili disponibili e progettati sulle preferenze del singolo conducente.

Design accattivante per un’auto emozionante

Sguardo da tigre. A completare la rivoluzione della nuova Ford Mustang sono le linee: accattivanti, aggressive e attraenti. Tremendamente. Chi guarda, non potrà che rimanere incantato

Colonnine elettriche: in arrivo un bonus speciale


Colonnine elettriche: in arrivo un bonus speciale

Dal governo incentivi per la loro installazione

Un incentivo nella corsa all’elettrico. Diffusa in molti Paesi europei, specialmente in quelli della penisola scandinava dove la Norvegia recita la parte del leader con il 65% delle auto immatricolate nel 2021 alimentate a batteria, la cultura dell’auto a zero emissioni fatica ancora ad affermarsi in Italia.

Per smuovere le acque e sensibilizzare a una realtà che sarà il futuro delle quattro ruote, ad agosto il governo ha varato un provvedimento ad hoc. Lo stanziamento di 50 milioni di euro per il 2022 e di altri 350 milioni fino al 2030 a privati e condomini per l’installazione di colonnine elettriche. La misura fa parte del cosiddetto “Decreto Aiuti-bis”, nel quale erano compresi anche gli ecoincentivi per l’acquisto di auto e veicoli green.

Come vi abbiamo raccontato nei mesi scorsi, non è obbligatorio ricaricare l’auto elettrica soltanto da una stazione pubblica. Esistono altre modalità. Per esempio, presso il luogo di lavoro oppure la soluzione “fai-da-te” nella propria abitazione. Gli incentivi del decreto “Aiuti-bis” vanno proprio in queste direzioni e sono finalizzati a sensibilizzare gli utenti verso l’elettrico.

Ma quale sarà il loro funzionamento? Per tutti coloro che predisporranno un impianto di ricarica con potenza standard (e non “fast” o “superfast”), è previsto un contributo pari all’80% delle spese sostenute e delle operazioni necessarie all’installazione dell’impianto, la posa in opera. L’importo non potrà però superare il limite di 1.500 euro per richiedente e di 8.000 euro per quanto riguarda le ipotesi di posa in opera sulle parti comuni di edifici condominiali. Per questi ultimi, previsti anche quorum assembleari simili a quelli già previsti per il bonus 110%.

Il bonus per le colonnine elettriche rappresenta un’altra spinta per diffondere la cultura dell’auto a batterie in Italia. Secondo un report di Acea, il nostro Paese è al quinto posto nell’Unione Europea per la presenza di postazioni di ricarica sul territorio (oltre 23.000). Questo dato però corrisponde soltanto al 7,7% delle colonnine elettriche presenti nel Vecchio Continente, che vede ai vertici di questa speciale classifica Olanda e Germania, che rappresentano quasi il 30 e il 20%.

Non è invece ancora conosciuta la procedura per chiedere il bonus. Sul punto non sono ancora disponibili molte informazioni e si dovrà attendere un apposito decreto da parte del Mise (Ministero Sviluppo Economico). Nel frattempo vi invitiamo a seguire il nostro blog per rimanere aggiornati. Mentre se volete saperne di più sulle offerte in materia di mobilità sostenibile, potete dare un’occhiata al nostro sito oppure passate in una delle nostre sedi.

Biocarburanti: perché non convengono?


Biocarburanti: perché non convengono?

Tutti i motivi per i quali non sono così green come sembrano

Biocarburanti. Una realtà diversa da quel che sembra. Quando si parla di transizione ecologica, non si fa riferimento esclusivamente alla mobilità elettrica. Ma anche a una variante green che, secondo i suoi sostenitori, sarebbe comunque garanzia di sostenibilità ambientale: i biocarburanti.

Che cosa sono? Si tratta di carburanti organici ottenuti dalle biomasse, cioè sostanze organiche animali e vegetali presenti in natura. Come mais, semi di girasole, soia e colza. Questi sono i biocarburanti cosiddetti di “prima generazione”. In alternativa si possono ricavare anche dalla lavorazione degli scarti agricoli, degli oli esausti, dei trucioli di legno, delle alghe marine, delle bucce di semi o dal riciclo di letame e altri concimi di provenienza animale. In questo caso si parla di biocarburanti di “seconda generazione”.

Molto utilizzati dall’altra parte dell’oceano, soprattutto negli Stati Uniti e in Brasile, e adoperati anche in alcuni Paesi europei (Germania, Olanda, Inghilterra), a prima vista i biocarburanti sembrano davvero possedere i requisiti per essere una soluzione ecofriendly. Poiché ricavati da risorse presenti in natura, non si esauriranno mai, a differenza dei combustibili fossili come il petrolio, e garantiscono una riduzione dell’emissione di gas serra fino al 65%. Inoltre, sono una scelta conveniente per quei Paesi privi di giacimenti di greggio, che quindi ne importeranno minori quantità risparmiando sui costi.

Ma allora perché un carburante più economico e più pulito per l’atmosfera rispetto ai tradizionali benzina o diesel, non è conveniente al punto da preferirgli il motore elettrico? Perché attraverso una sua attenta analisi, ci si rende conto delle sue varie criticità.

In primis, come accertato da diversi studi, i biocarburanti producono il 10-13% in più della quota tradizionale di ossido di azoto (NO2). Questo problema si rileva soprattutto con il biodiesel, la versione green del carburante per questo tipo di motori. I quali, per riportare questo valore entro i parametri previsti, dovrebbero essere riprogettati da zero. Una soluzione a dir poco impraticabile.

Altri due problemi non di poco conto sono i costi di produzione e l’impatto ambientale delle materie prime. Un discorso rivolto soprattutto ai biocarburanti di “prima generazione”. Per avere a disposizione la giusta quantità di cereali senza ridurre quella destinata alle produzioni alimentari, è inevitabile intensificare le coltivazioni. Un’azione che comporta un aumento della spesa per disporre di un maggior numero di piantagioni. Ma non solo. Aumentare la disponibilità della materia prima sullo stesso terreno, riducendolo così a un monopolio agricolo, finisce per impoverirlo perché, nel tempo, si va a distruggere il suo ciclo vitale.

Da ultimo, i biocarburanti inquinano più di quanto si pensi. Perché la loro lavorazione dipende sia dall’acqua (ne servono molti metri cubi) che dal petrolio o da suoi derivati come la benzina. Basta pensare, per esempio, soltanto a quella bruciata dalle mietitrebbia impiegate nei campi di mais. Tanto che le grandi industrie emettono un’alta

Ford e i rally: dieci anni fa, l’ultima vittoria ufficiale


Ford e i rally: dieci anni fa, l’ultima vittoria ufficiale

Il 16 settembre 2012 l’Ovale Blu faceva suo il Rally di Gran Bretagna

Anche l’ultima vittoria è come la prima: non si scorda mai. Dintorni di Cardiff, domenica 16 settembre 2012. Il finlandese Jari-Matti Latvala e il suo navigatore Miika Anttila stappano festosi lo spumante appena usciti dalla loro Ford Fiesta RS WRC. Hanno appena vinto il Rally di Gran Bretagna. Il RAC.

Una delle gare icona delle corse a ruote coperte fuoristrada, tra le più famose al mondo (si corre dal 1932, escluso il periodo della seconda guerra mondiale) e la più importante e seguita del Regno Unito. Anche del gran premio di Formula-1 in programma ogni anno sul tracciato di Silverstone e di cui vi avevamo già raccontato. Perché il RAC è l’essenza britannica nel motorsport: fondi impervi, condizioni atmosferiche imprevedibili, velocità sul pedale e destrezza nell’evitare insidie requisiti indispensabili per ambire al successo.

Quello che quel giorno, insieme ai due piloti, festeggiava anche tutto il Ford World Rally Team, la squadra ufficiale del reparto corse dell’Ovale Blu. Sono attimi che lo scorrere del tempo trasformerà in immagini da consegnare alla storia. Dei motori e della stessa casa di Detroit. Perché quella fu la sua ultima vittoria nelle competizioni rallistiche. Due mesi più tardi, al termine della stagione, decise di ritirarsi dal campionato, mantenendo la presenza con alcune sue vetture in dotazione ad alcune scuderie private. Come l’anglosassone “M-Sport“, di proprietà dell’ex pilota Malcolm Wilson, negli anni Novanta due volte sul podio nei rally sempre con Ford.

Così quel fine settimana iniziato fra lo sterrato della contea di Proxy assunse, senza volerlo, un sapore indimenticabile. Anche perché fino a quel punto del campionato sia Ford che Latvala avevano potuto raccogliere molti piazzamenti, ma un solo “hurrà”: nel rally di Svezia, tra neve e ghiaccio, a febbraio. Poi troppo più forte la Citroën di Sébastian Loeb. Il binomio francese aveva di fatto egemonizzato il campionato, aggiudicandosi ben sette delle nove gare disputate fino a quel momento. Agli avversari, in pratica, erano rimaste le briciole.

Non fu così in quel week-end, però. L’Ovale Blu partì fortissimo con le sue Fiesta RS WRC. Spinta da un motore Ford EcoBoost 1.6 a 4 cilindri e 16 valvole turbo, disponeva di un cambio sequenziale manuale a sei marce e trazione integrale. Gommata Michelin, aveva un passo di 2480 millimetri e passava da 0 a 100 km/h in meno di cinque secondi. Nelle prime due prove chiuse davanti alla concorrenza grazie al norvegese Petter Sollberg.

Alla terza però il vento prese la direzione della Finlandia. Latvala fece bingo: successo di tappa e testa della classifica. Un caso? Per niente. Perché “Flying Finn” se la tenne ben stretta anche in tutti e i successivi sedici round, nella quale centrò altri sette traguardi volanti grazie al suo stile di guida aggressivo ai limiti dello sprezzo del pericolo. E l’ultimo giorno,

L’auto dopo le vacanze: che fare?


L’auto dopo le vacanze: che fare?

Tutti i consigli per mantenerla sempre efficiente

Voi, rilassati e pronti a tuffarvi di nuovo nel vostro quotidiano. Ma lei? Sarà in grado di fare altrettanto? E il riferimento non è alla vostra dolce metà, quanto a chi vi ha consentito quella vacanza rigenerante appena terminata: la vostra auto. Perché è grazie alla sua efficienza che avete realizzato la vostra voglia di mare o di montagna. Però, mentre voi vi divertivate, lei ha lavorato. E ora che state per riprendere la vita di tutti i giorni, deve essere nuovamente pronta ad assecondare tutti i vostri spostamenti.

Doveroso quindi sottoporla a un controllo. Per verificare che sia tutto a posto, prevenendo eventuali guai e permettendole così di mettere al vostro servizio tutto il suo potenziale.

Auto dopo le vacanze: la tenuta di strada

Ma, dunque, che fare alla vostra auto dopo le vacanze?

Il primo passo è un check-up della sua tenuta di strada. Quindi controllo della pressione delle gomme, che potrebbe essere calata sia per le lunghe distanze affrontate (oltretutto con un carico bagagli dal peso non indifferente) che per l’esposizione prolungata al sole. E in seconda battuta al vostro meccanico di fiducia chiedete anche un controllo alle sospensioni, che potrebbero essere state messe a dura prova da eventuali escursioni impervie. Tipo strade sterrate, fondi scoscesi e brevi guadi.

Auto dopo le vacanze: il motore

Tutte superfici che, insieme all’ipotesi di una vacanza in spiaggia, invitano a chiedere anche una verifica accurata della parte meccanica più importante: il motore. Perché se siamo stati al mare, o anche se ci siamo dedicati a gite collinari, polvere e sabbia sollevate al nostro passaggio potrebbero essersi depositate, seppur in minima parte, nei filtri del nostro propulsore.

Per cui conviene effettuare un controllo finalizzato più che altro a una pulizia, così da evitare che la loro sedimentazione, col trascorrere del tempo, possa comprometterne le funzioni e costringerci, oltre che a un periodo senza macchina, anche a sostenere una spesa non indifferente. Infine, non dobbiamo dimenticare l’impianto frenante. Per cui vale la pena chiedere una verifica al livello del liquido dei freni e monitorare lo stato delle pasticche.

Auto dopo le vacanze: la carrozzeria

Un trattamento di riguardo per la vostra auto dopo le vacanze è doveroso anche per la carrozzeria. Perché la sua vernice potrebbe risentire di una prolungata esposizione ai raggi solari, ma soprattutto della salsedine trasportata dal vento in riva al mare e che potrebbe lasciare una patina sugli esterni.

Per cui la miglior cosa da fare, una volta rientrati, è recarsi presso un autolavaggio, disponibile spesso anche nella nostra officina di fiducia come nel caso di Authos (clicca qui per saperne di più), e chiedere un’accurata pulizia dell’auto e un trattamento successivo con creme e cere finalizzate a rinvigorire la sua lucentezza.

Sempre il sole non è certo un alleato anche delle spazzole dei tergicristalli, che potrebbero essersi indurite. Nel

Patente di guida: dal 2023 sarà digitale


Patente di guida: dal 2023 sarà digitale

Altra storica novità per la burocrazia delle quattro ruote

Dal 2023 inizia l’era della patente digitale. È in arrivo una vera e propria rivoluzione per il documento indispensabile alla conduzione di un veicolo. Stop all’attuale tessera plastificata e via libera a un nuovo modello nel segno della tecnologia.

L’annuncio è arrivato dal ministro per l’innovazione tecnologica Vittorio Colao durante l’incontro con l’Associazione della Stampa Estera in Italia che si è tenuto lo scorso 5 luglio. Ed è un’iniziativa che rientra nel percorso di creazione di un wallet digitale per tutti i cittadini, che prossimamente ingloberà anche la carta di identità e la tessera elettorale.

Patente digitale: novità e funzionamento

Ma quale sarà la veste della nuova patente digitale? E come funzionerà? Dettagli su quest’ultima domanda saranno forniti nei prossimi mesi, quando il servizio sarà definitivamente approntato in vista della sua attivazione, prevista per marzo del prossimo anno. Per cui vi invitiamo a non perdere i nostri prossimi articoli.

Certezze invece al momento sulla sua validità, estesa a tutti i Paesi dell’Unione Europea come l’attuale, e sul suo aspetto. Come scritto, scomparirà la rosea tessera con sembianze da carta di credito che siamo soliti tenere nel nostro portafogli. Al suo posto avremo un QR Code all’interno dell’app IO presente sul nostro smartphone. Questo, con ogni probabilità, sarà da mostrare alle forze dell’ordine durante un eventuale controllo nel quale, grazie a un lettore ottico, sarà possibile verificare in pochi secondi la correttezza delle informazioni relative sia al documento che al suo titolare. Fra queste, la sua tipologia, la sua data di scadenza e il saldo punti, che comunque ognuno di noi può già consultare dal sito del portale dell’automobilista.

Patente digitale: vantaggi e cambiamenti

Quali vantaggi assicurerà il nuovo formato della patente di guida? Innanzitutto, leggerezza. Nei nostri portafogli, soliti abbondare di tessere e documenti, ce ne sarà uno in meno. E uno fondamentale, visto che, al pari della carta di identità, anche la patente deve essere sempre con noi. Ci sarà poi un guadagno di tempo nei controlli, visto che l’operazione avverrà in pochi secondi. Infine, ci saranno benefici anche per l’ambiente, perché si produrrà molta meno plastica necessaria alla fabbricazione del modello vigente.

La patente digitale cambierà alcune nostre abitudini quotidiane. Se finora era indispensabile avere con noi il portafogli, dal prossimo anno sarà fondamentale invece lo smartphone. Il suo avvento rappresenta un altro passo in avanti nell’informatizzazione della burocrazia delle quattro ruote dopo l’introduzione delle multe digitali, di cui vi avevamo parlato nelle scorse settimane.

Come siamo arrivati alla patente digitale?

Per finire, alcuni cenni storici sull’evoluzione della patente. Uno specchio del cambiamento dei tempi. Dal 1959 in avanti, cioè da quando fu introdotto il nuovo codice della strada, si sono alternati ben dieci modelli di questo prezioso documento. Tra i più significativi, si segnalano proprio quello di allora, formato da un libretto

Ford Bronco: a breve anche in Europa


Ford Bronco: a breve anche in Europa

Alla fine del 2023 arriverà anche da noi il SUV dell’Ovale Blu icona dell’off road

Tenetevi pronti. Perché sta arrivando. Anche in Europa. Ford Bronco, lo storico fuoristrada dell’Ovale Blu, sbarcherà anche nel Vecchio Continente. L’ora ics scoccherà alla fine del 2023. E sarà un evento storico per tutti gli appassionati delle quattro ruote, che per la prima volta potranno acquistare direttamente sul territorio, senza doverlo importare dal mercato americano, questo icona dell’off road.

Prodotto ininterrottamente dal 1966 al 1996 in cinque serie, fin dai suoi esordi Ford Bronco ha assolto al meglio la funzione per la quale era stato progettato: consentire a chiunque avventure senza limiti. Su ogni fondo stradale e in qualsiasi condizione atmosferica. Un obiettivo in linea con il suo nome. Perché “bronco” è una parola spagnola, che significa “rude” e che negli States si adopera per quei cavalli che, pur addestrati per i rodei, mantengono comunque le loro innate caratteristiche di equini dai movimenti rapidi, improvvisi e scontrosi.

Ford Bronco: gli esterni

Fedele allo spirito della tradizione è anche l’attuale versione del Ford Bronco, ritornato sul mercato nel 2020 dopo ben venticinque anni di assenza. Con tante novità sul piano aerodinamico, meccanico e tecnologico. Partiamo dal design. Il suo aspetto è sempre sinonimo di audacia e determinazione per merito innanzitutto dell’enorme griglia anteriore, sulla quale campeggia il suo nome, e delle sue linee, decise e squadrate.

Completano il veicolo i pannelli della carrozzeria piatti, i fari circolari, i passaruota in plastica e i trail sights, ovvero delle sezioni rialzate dei parafanghi anteriori che consentono al guidatore di individuare al meglio gli angoli del veicolo e quindi di disimpegnarsi senza problemi nelle situazioni di off road.

Una delle novità di questa versione di Ford Bronco è l’hard top rimovibile. Così da avere più visibilità e respirare al meglio il profumo dell’avventura. Per fruire delle stesse sensazioni, si potranno rimuovere anche le porte, da custodire senza problemi all’interno del veicolo nelle borse a loro dedicate, per poi essere montate nuovamente alla prima occasione disponibile. Un’operazione eseguibile in pochi minuti.

Ford Bronco: modalità di guida e telaio

G.O.A.T.“. Goes Over Any Type of Terrain. E cioè “capace di superare ogni tipo di terreno”. È l’appellativo che si è meritato il nuovo Ford Bronco, grazie al suo innovativo sistema di trazione integrale e le sue numerose possibilità di guida. Dove spiccano il Trail Control e ben sette differenti modalità di stare al volante, selezionabili col “Terrain Management System“. Grazie a esso il conducente potrà scegliere la tipologia più adatta in base alla superficie che sta percorrendo. Oltre a quelle per l’asfalto – Normal, Eco, Sport e Slippery – quelle per l’off road propongono Mud/Ruts, Sand e Baja, spregiudicata e senza limiti.

Però la capacità di affrontare ogni superficie senza problemi da parte del nuovo Ford Bronco deriva innanzitutto dalle sue dimensioni e dal suo telaio. In acciaio, altamente resistente con sette

Pianeta Authos: dove le vostre vacanze sono al sicuro


Pianeta Authos: dove le vostre vacanze sono al sicuro

Grazie ai nostri “supereroi” non rimarrete mai soli

Benvenuti sul pianeta Authos. Dove si salvano le vacanze dei clienti. Come? Grazie ai nostri “supereroi”. Una delle peculiarità della nostra azienda, anche quest’anno come in passato, è quella di essere sempre a disposizione degli utenti. Anche, e soprattutto, ad agosto. Il periodo più torrido dell’anno. Dove milioni di persone si concedono una pausa di relax al mare o in montagna. Questa scelta riflette la nostra filosofia: essere un costante punto di riferimento per tutti gli automobilisti, vero e proprio cuore del nostro agire quotidiano.

Esserci, quindi, è un dovere. E per farlo al meglio, c’è bisogno di una squadra speciale. Formata da donne e uomini al top nel loro ruolo, che svolgono il loro lavoro con dedizione e passione, in qualsiasi condizione e con la volontà di mettere le loro competenze al servizio degli altri per soddisfare nel miglior modo possibile le loro necessità.

In poche parole, c’è bisogno di un team di “supereroi”. Capaci con i loro poteri speciali di salvaguardare i clienti. Sia che la loro vacanza avvenga dentro o fuori città, oppure che si sia già svolta.

Come “Whish Woman“, Danila Allegrini, da tre anni in Authos, vera e propria forza della natura nel saper assecondare i desideri degli utenti. “Sono addetta alle vendite, lavoro al salone di Ciriè, ma soprattutto gestisco le richieste online, i lead che mi girano dall’ufficio”. Un compito dove è fondamentale l’empatia e la comprensione immediata del tipo di interlocutore. “La reattività è fondamentale. Come capire chi ho dall’altra parte soltanto dalla modulazione della voce. Il mio è un lavoro che si basa sulla fiducia e la trasparenza”. Un impegno ben ripagato. “È un lavoro molto divertente, ti riempie di soddisfazione, ti dà la carica giusta per affrontare i diversi momenti della giornata, o della vita, e ti tiene giovane. Anche perché con le persone, spesso, si creano legami che durano anche nel tempo, si diventa come una piccola famiglia. Il tutto tramite il telefono o al massimo una videochiamata. Bello”.

Se invece nelle prossime settimane vorrete informazioni su un’auto, o vorreste cambiarla però non sapete se esiste l’offerta che fa al caso vostro, fate un salto allo “Smart Lab” del centro commerciale “Le Gru”. Troverete un’eroina speciale, “Lady Lead“, per gli amici Barbara Altea, frizzante e fantasiosa, che saprà ascoltarvi come nessuno ha mai fatto. “Il mio compito è ingaggiare o appassionare il cliente alla macchina, raccogliere il lead o, nei casi migliori, girarlo al consulente”. Anche nel suo talento è fondamentale l’empatia. Come la creatività. “Lavoro con diverse fasce di età. Dai trentenni agli adulti, anziani, per non parlare delle famiglie. Per cui devo entrare in simbiosi con l’interlocutore, capire di che cosa ha bisogno, e farlo con proposte originali. Perché non opero in un salone dove le persone vanno appositamente con la necessità

Auto elettrica: ecco perché inquina di meno


Auto elettrica: ecco perché inquina di meno

Uno studio dimostra tutti i suoi vantaggi per l’ambiente

È uno degli argomenti più dibattuti dell’automotive odierno. E sarà destinato a tenere banco anche nei prossimi anni. Inquina di più un’auto elettrica o un’auto a benzina? Sebbene l’alimentazione a batteria si sposi immediatamente con la concezione di green mobility, poiché a impatto zero per quanto riguarda quelle emissioni di CO2 tra le cause principali del surriscaldamento globale, c’è anche chi è in disaccordo. Per via della provenienza dell’energia, per le batterie al litio e perché, al momento, non ci sarebbe sufficiente chiarezza sul loro processo di smaltimento una volta esaurite. Dunque: perché abbandonare la combustione?

Parole dettate, più che da un romanticismo verso ciò che ha rappresentato l’auto a benzina (il suo valore affettivo rimarrà aldilà del progresso), da un’evidente ostinazione al cambiamento e da un’indole predisposta alla negazione dell’evidenza. Perché proprio l’assenza di produzione di anidride carbonica durante la circolazione dimostra come un veicolo elettrico sia più rispettoso dell’ambiente a confronto di quelle a benzina o a diesel. Con buona pace di chi vuole la Terra piatta o la Torre di Pisa diritta.

Premesso ciò, ci sono altre considerazioni da fare che spingono verso il motore elettrico. E hanno come tema sempre i consumi. In questo caso, quelli del processo produttivo che riguarda le fonti di energia del motore termico e di quello a batteria. Vale a dire, petrolio, energia e litio. In merito a essi è stato condotto un interessante studio da parte del ricercatore Mark Linthicum, direttore della comunità scientifica “IVI” (Innovation Value Initiative) di Los Angeles.

Forse molti lo ignorano, ma per avere benzina o diesel viene messo in atto un processo articolato e dispendioso. Dove molti consumi sono elettrici. Tutto ha inizio col processo di estrazione o trivellazione del petrolio. Si è calcolato che negli Stati Uniti, per azionare una pompa che estrae greggio, si impiegano 9.960 kw/h al mese. La stessa quantità permetterebbe a un’auto a batteria di percorrere 56.000 chilometri. Discorso analogo per le piattaforme in alto mare di tutto il mondo. La stima vuole che utilizzino oltre 1,3 miliardi di kWh al mese. Una cifra che, nello stesso arco temporale, alimenterebbe ben 19,5 milioni di veicoli elettrici.

Già questi dati dovrebbero far capire come dietro una vettura a carburante ci sia un dispendio di energia enorme e un analogo impatto sull’ambiente. Aggravato dal trasporto dei barili di greggio. Soprattutto quello via mare, che produce almeno il 10% del miliardo di tonnellate di CO2  all’anno provocato dal commercio marittimo, una delle principali fonti di inquinamento del globo. Per non parlare poi della fase di raffinazione, che avviene a oltre 400 gradi, e del trasferimento del combustibile alle stazioni di servizio. Un’intera catena dove almeno il 70% dell’energia utilizzata è sprecata.

Tutt’altro discorso per una vettura elettrica. Dove l’energia non ha bisogno né di essere estratta

Innovazione tecnologica: l’esempio di Authos


Innovazione tecnologica: l’esempio di Authos

Il nostro modello di business e il “Social Innovation Observatory” di PwC

Comprendere il mercato, i cambiamenti sociali e culturali, e anticiparli con un’offerta in grado di rispondere alle esigenze delle persone. Fin dal suo insediamento alla guida di Authos nel 2014, tra i cavalli di battaglia del modello di business del nostro presidente e CEO, Francesco Di Ciommo, c’è un nuovo approccio al cliente.

Nel quale ha rivestito un ruolo importante l’apertura al digitale e all’innovazione tecnologica. Cioè il tema dell’incontro che si è tenuto lo scorso mercoledì 20 luglio tra lo stesso Di Ciommo, Vincenzo Tanania (Director PwC Italy) e Roberta Anelli (Innovation Manager PwC Italy).

Tema dell’incontro, il Social Innovation Observatory. Vale a dire l’osservatorio per l’innovazione sociale. Un’idea di PwC Italy (PricewaterhouseCoopers), in collaborazione con KPI6, che ha dato vita a uno strumento in grado di analizzare, in tempo reale, i cambiamenti sociali e individuali delle persone per comprendere i loro nuovi bisogni, le loro aspettative e le loro priorità in materia di consumo. Uno strumento che, al tempo stesse, permette anche di definire i fattori culturali e sociali che influenzano le loro scelte di consumo e di comportamento.

Cuore di questo nuovo studio del mercato è il Natural Language Processing. Una tecnica che consente di creare valore dai dati attraverso l’intelligenza artificiale e che rappresenta una possibilità per conoscere in diretta le opinioni dei consumatori.

Durante l’incontro è emerso come per l’automotive sia stato messo a punto un osservatorio focalizzato sulle tematiche di maggior interesse del settore. E una dashboard che, in tempo reale, si aggiorna con i trend e le variazioni degli orientamenti dei consumatori e delle società con impatto sul mondo di riferimento delle organizzazioni.

Questo cambio di prospettiva per il mondo delle quattro ruote non è però nuovo per noi di Authos. Perché il modello di business messo a punto da Di Ciommo aveva già individuato nel web la risorsa principale per intercettare i gusti e le abitudini dei clienti. Un cambiamento adottato dopo aver rilevato che la maggior parte degli utenti di Torino prima cintura faceva un uso costante dei social network.

Un dato di fatto che non poteva essere ignorato. Perché rappresentava il bacino di utenza dal quale attingere il più ampio numero possibile di clienti. Prima però si doveva capire da chi era formata questa base. Quali fossero i suoi gusti, le sue preferenze, i suoi stili di vita e le sue esigenze. “Non si doveva più pensare a come commercializzare un prodotto, ma si doveva pensare innanzitutto a studiare a fondo che cosa le persone desideravano” ha detto Di Ciommo, sottolineando ancora una volta come la sua filosofia si fondi sulla centralità dei bisogni dell’individuo. Che per essere soddisfatti devono innanzitutto essere intercettati e conosciuti.

Come non può essere trascurato il momento in cui vengono manifestati. “Se, come è accaduto, rilevo che il 56% dei

In vacanza con l’auto: tutti i consigli per un viaggio sicuro


In vacanza con l’auto: tutti i consigli per un viaggio sicuro

Estate: tempo di vacanze e di viaggi. Con l’arrivo della bella stagione aumenta la voglia di godersi un po’ di relax lontano dalla routine cittadina. Mare, montagna, laghi e città d’arte sono le mete più gettonate. E spesso per raggiungerle si sceglie l’automobile. Per essere più autonomi negli spostamenti, per essere liberi da vincoli di orario, per il semplice piacere di guidare, perché è la soluzione più pratica se si ha famiglia o perché spesso le nostre destinazioni non sono raggiungibili con l’aereo o con il treno.

Prima di mettersi al volante, conviene però eseguire una serie di verifiche alla nostra vettura. Per assicurarci il suo stato di salute ed evitare imprevisti al nostro meritato periodo di riposo.

Vediamo quali.

Check-up dell’auto

Per prima cosa è importante fare un check-up della nostra auto. Un’operazione dal valore analogo alle analisi del sangue per una persona. In primis, controlliamo la pressione e lo stato di usura degli pneumatici. Un loro cedimento lungo il tragitto, oltre ad assegnarci la medaglia d’oro nel lancio dell’imprecazione, potrebbe compromettere anche la nostra sicurezza e quella delle persone presenti nell’abitacolo.

Da monitorare poi anche la condizione del motore. Quindi ricordiamoci di gettare un’occhiata al livello del liquido del radiatore e alla pressione dell’olio per scongiurare improvvise nuvole di fumo il cui significato sarebbe fin troppo facile da decifrare. E poi è doveroso soffermarsi anche sull’impianto frenante e sugli ammortizzatori. Soprattutto se siamo diretti verso una località in altura, posizionata al termine di un percorso tortuoso e in salita, e abbiamo molti bagagli a carico. Un cattivo funzionamento di entrambi i sistemi, oltre che causare un incidente, potrebbe comportare altri problemi al nostro veicolo come la rottura delle sospensioni.

Tutte operazioni che potete compiere prenotando un controllo presso la nostra officina. Dove troverete il nostro personale pronto a intervenire.

Infine, se siamo soliti avere con noi l’occorrente per il pronto soccorso, non dimentichiamoci di mettere in auto anche il kit dell’automobilista. Vale a dire la valigetta con il cric, una chiave universale e il triangolo per segnalare un eventuale guasto meccanico. Insieme a loro, portiamoci dietro anche il gilet ad alta visibilità, in caso di problema notturno, e la ruota di scorta.

Bambini e bagagli

Due temi di primaria importanza, quando si va in vacanza con l’auto. Per quanto riguarda i figli, è fondamentale essere in regola con i sistemi di trasporto. Quindi il tipo di seggiolino e la presenza del sistema anti-abbandono, che avvisa qualora si dimentichi il bambino a bordo. Ve ne avevamo già parlato, per cui se volete avere tutte le informazioni del caso non vi resta che cliccare qui.

E in passato avevamo approfondito anche il tema dei bagagli. Da sistemare con cura e attenzione. Sia per equilibrare il carico e non sottoporre la macchina a uno sforzo eccessivo, che potrebbe ripercuotersi anche sull’efficienza del viaggio, sia per non compromettere la visibilità

Nuovo Ford Tourneo Connect: la versatilità al potere


Nuovo Ford Tourneo Connect: la versatilità al potere

Arriva l’autovettura ideale per la famiglia e per il lavoro

Versatilità. È la parola-chiave per interpretare al meglio l’ultimo arrivato in casa Ford: il Nuovo Ford Tourneo Connect. Una delle più iconiche vetture dell’Ovale Blu, giunta alla terza generazione a partire dal 2002, ma soprattutto la prima a essere concepita secondo i termini dell’accordo stipulato con Volkswagen nel 2018, del quale vi avevamo già parlato.

Già disponibile sul mercato in tre versioni (Active, Sport e Titanium), questo nuovo veicolo, anche se figlio del presente, è proiettato nel futuro. Merito del suo concept, plastico e dinamico al punto da adattarsi a molteplici esigenze ed essere così in grado di soddisfare un vasto numero di utenti.

Punto di forza? Gli interni

Dov’è che fa la differenza una vettura polifunzionale? In molti aspetti, ma sicuramente negli interni, capaci di modellarsi secondo i loro utilizzi. E non è da meno il Nuovo Ford Tourneo Connect, che proprio nell’abitacolo ha il suo maggiore punto di forza. Sia la versione a passo lungo che quella a passo corto sono disponibili nel formato con cinque o con sette posti a sedere piegabili, reclinabili o rimovibili. Un camaleontismo che consente di fruire di uno spazio pari a 2,6 m3 (passo corto) o a 3,8 m3 (passo lungo) in grado di sopportare un carico lordo massimo fino a 830 kg.

Dimensioni e cifre che fanno di questa auto la scelta ideale per le famiglie, in particolare le più numerose, per l’artigiano che deve sistemare l’attrezzatura da lavoro oppure per le aziende che devono trasportare la loro merce. Completano i benefit le grandi porte laterali scorrevoli, i numerosi vani portaoggetti per mantenere l’abitacolo sgombro, il volante riscaldabile, il tettuccio panoramico e i sedili ergonomici.

Versatilità anche nel motore

Per il Nuovo Ford Tourneo Connect la versatilità è anche nel motore. Disponibile sia nella versione a benzina EcoBoost (4 cilindri, 114 CV e coppia massima di 220 Nm) che in quella Diesel Ecoblue (4 cilindri, 102 CV e coppia massima di 220 Nm). Per la prima sono previsti consumi tra i 6,3 e i 7 litri ogni cento chilometri e la possibilità di spingersi fino ai 181 km/h. Per quella a gasolio, invece, si risparmia sul carburante – tra i 4,8 e i 5,7 litri ogni cento chilometri – perdendo qualcosa però in prestazioni: la velocità massima sarà di 175 km/h. Grazie al sistema AdBlue a doppio dosaggio si ridurranno però le emissioni di NOX (ossido di azoto). Entrambi i propulsori sono disponibili sia con il cambio manuale a sei rapporti che con quello automatico, al volante, a sette.

Ma le bontà non sono finite. Il Nuovo Ford Tourneo Connect è versatile anche nello scarico della forza motrice a terra. Perché è dotato di trazione integrale che, ripartendo la forza su entrambi gli assi e non uno solo, assicurerà più stabilità e aderenza al