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Ford Fiesta: la fine di un’era


Ford Fiesta: la fine di un’era

A giugno la storica city car andrà in pensione

Un video per dire “addio”. Ford ha scelto un filmato di breve durata (poco più di due minuti), ma di grande emozione (un nonno che parla al nipote), per comunicare al mondo l’uscita di scena di una delle sue creature più celebri: Ford Fiesta.

Dal prossimo mese di giugno, l’Ovale Blu cesserà la produzione della sua famosa city car. Due i motivi. Le nuove preferenze degli automobilisti, sempre più orientati verso il modello SUV o crossover, e la progressiva elettrificazione del mercato delle quattro ruote. Tanto che Ford Fiesta sarà sostituita con due vetture full electric frutto della partnership tra Detroit e Volkswagen.

L’uscita di scena di Ford Fiesta chiude un’era. Non solo per Ford, ma per tutto il mondo dell’automobile. Perché si tratta di un’auto storica, che dal 1976 ha accompagnato la vita di almeno quattro generazioni di persone in tutti e cinque i continenti.

Un successo planetario dovuto all’anima di questo modello, che si ritrova nel video del suo commiato: “Non un’auto grande o di lusso, ma un’auto pensata per le persone”. Famiglie, single, giovani o anziani, non importava. Come non contava il loro tenore economico. Attraverso Ford Fiesta l’intento era di soddisfare le esigenze di mobilità di tutti coloro interessati ad avere un’automobile.

Un obiettivo centrato. E in modo straordinario. Si calcola infatti che in quarantasette anni ne siano stati venduti circa diciannove milioni di esemplari a ogni latitudine.

Un trionfo fin dal debutto, avvenuto a metà anni Settanta per conquistare il mercato europeo dove imperversavano analoghi modelli della concorrenza (Fiat 127, Renault 5, Polo Volkswagen). A conquistare, fu innanzitutto il nome, sinonimo di allegria e dinamismo. A sceglierlo, Henry Ford II in persona. Fu un omaggio anche all’allora sovrano di Spagna, Juan Carlos, col quale aveva stretto un accordo per l’apertura dello stabilimento Ford di Almussafes (a due passi da Valencia).

La prima serie, denominata “MkI” e dall’aerodinamica essenziale, si distinse soprattutto per la trazione anteriore e il motore (Ford Kent 4 cilindri) trasversale. Cambio manuale a quattro marce, fu disponibile soltanto nella versione a benzina e con tre porte. Ebbe subito un grande impatto, tanto che nel 1983 fu lanciata la seconda generazione.

La “Mk II” spiccò per il cambio a cinque rapporti su tutta la gamma, il passo più lungo e il debutto della versione diesel, la 1.6. Novità anche sulla carrozzeria con il posteriore più bombato, nuovi fari posteriori e nuovo frontale dei fanali rettangolari.

Una vera e propria svolta si ebbe con la “Mk III“. Presentata al Salone di Ginevra del 1989, conquistò i mercati fino al 1995. Merito di forme morbide e rotondeggianti, anticipatrice del design delle vetture degli anni Novanta. Disponibile in ben undici modelli, alcuni dei quali con cambio automatico, si segnalò anche per il motore più potente. I diesel passarono da 1.6 a 1.8

Ecoincentivi: un’altra bella storia di Authos


Ecoincentivi: un’altra bella storia di Authos

Presso le nostre sedi, molti più vantaggi rispetto a quelli statali

Un’altra bella storia di Authos. Protagonisti? Gli ecoincentivi.

Dal 10 gennaio di quest’anno sono nuovamente disponibili i finanziamenti governativi per l’acquisto di un nuovo veicolo a due o quattro ruote. 630 milioni di euro è la cifra stanziata dall’esecutivo che, come in passato, sarà rivolta a mezzi interamente elettrici, plug-in hybrid, ibridi, mild-hybrid, benzina e diesel. 

Per i primi, fascia di emissioni di CO2 da 0 a 20 grammi, previsti complessivamente 190 milioni di euro, a patto di acquistare un veicolo con prezzo di listino uguale o inferiore a 35.000 euro (più IVA). Sale a 45.000 euro (sempre più IVA) il tetto di spesa per i secondi, cioè mezzi con emissioni di CO2 comprese tra 21 e 60 g/km, per i quali sono previsti 235 milioni di euro.

Ecoincentivi statali: quali cifre?

Stanziamento invece più contenuto, 150 milioni di euro, per le auto della terza fascia (emissioni comprese tra 61 e 135 g/km). Qui, oltre alle hybrid e alle mild hybrid, sono comprese anche quelle a benzina e a diesel. A patto che non si superino nuovamente i 35.000 euro come costo (IVA esclusa).

Per accedervi, si dovrà dichiarare di mantenere il nuovo veicolo per almeno dodici mesi. Mentre la rottamazione sarà possibile a patto che il mezzo sia fino a classe Euro 4 compresa e in possesso allo stesso nucleo di famiglia almeno da dodici mesi.

Gli ecobonus statali hanno però un limite. Riservano agevolazioni limitate per i veicoli commerciali, 15 milioni di euro esclusivamente per i full electric, e nella stragrande maggioranza dei casi prevedono solo ecoincentivi in caso di rottamazione, per veicoli elettrici e rottamando fino a euro 3 compreso.

Ecoincentivi Authos: quali vantaggi?

Raccontano invece tutt’altra storia gli ecoincentivi Authos. Anche quest’anno, presso le nostre sedi, il ventaglio dell’offerta sarà più ampio e vantaggioso. Per cui ciascuno potrà trovare l’offerta più congeniale. Partiamo dalle auto.

Su ciascuna vettura, indipendentemente dalla tipologia di alimentazione (elettrica, ibrida o termica), Authos raddoppierà l’ecoincentivo statale partendo da 2.000 euro e arrivando anche, in alcuni casi, a 3.000 euro in più. Ai quali c’è da sommare anche lo sconto previsto da Ford Italia. Una serie di agevolazioni che permetteranno notevoli risparmi. Vediamone alcuni.

Per una Ford Fiesta si risparmieranno complessivamente 5.750 euro. Per una Ford Kuga, sia diesel che full hybrid, si oscilla dai 9.000 fino addirittura a 11.750 euro.

Ecoincentivi Authos: anche su Mustang Mach-E

Ma c’è di più. I vantaggi di Authos consentono un notevole risparmio sui mezzi della gamma tra i più appetibili dal pubblico per le loro caratteristiche. Come  Ford Ecosport, sul quale si arrivano a risparmiare 5.150 euro. Una cifra che raddoppia per Ford Explorer (18.000 euro). Mentre grazie esclusivamente ai nostri sconti nelle nostre concessionarie

Ken Block: l’improvvisa scomparsa dell’acrobata Ford


Ken Block: l’improvvisa scomparsa dell’acrobata Ford

Se n’è andato a soli cinquantacinque anni un’icona del motorsport

L’ultimo volo dell’acrobata. Si è aperto con una tragedia il 2023 del motorsport e di Ford. Il 2 gennaio, ha cinquantacinque anni, è morto Ken Block, pilota di rally e funambolo della velocità. Fatale un incidente mentre era a bordo della sua motoslitta sui pendii innevati dello Utah, nella contea di Wasatach, dove viveva con la moglie Lucy e i tre figli. Impegnato in un’escursione con i suoi amici, mentre percorreva la discesa di un erto pendio, è rimasto schiacciato dal suo mezzo, che si è ribaltato all’improvviso.

Nato nel 1967 a Long Beach, in California, e animato da sempre da una grande passione per la velocità e le quattro ruote, Block debuttò nei rally a trentasette anni. Un’età avanzata, quando di solito alcuni piloti cominciano a meditare il ritiro, ma che ha una spiegazione.

Fino a quel momento Block era stato un imprenditore. E di notevole successo. Nel 1994 aveva creato il marchio “DC Shoes”, un modello di scarpe inizialmente pensato per lo skateboard, un’altra sua grande passione, che poi però si trasforma in un brand di massa. Tanto da fatturare oltre 250 milioni di dollari nel 2002. Due anni dopo lo vende per 113 milioni di dollari.

Nel 2005 il passaggio alle corse. A livello nazionale, nel campionato statunitense. Dove si mise subito in mostra, aggiudicandosi l’anno successivo il titolo di “Rookie of the year”, il riconoscimento per il miglior esordiente. Dal 2007 al 2009, iniziò a togliersi varie soddisfazioni, soprattutto agli “X-Games”, aggiudicandosi medaglie di argento e di bronzo.

Nel 2010, la svolta della sua carriera. Grazie al sostengo di “M-Sport”, mise su una squadra, la Monster World Rally Team, con la quale iniziò il suo rapporto con Ford e debuttò nel campionato del mondo.

Fu l’alba di una fortunata collaborazione. Prima a bordo di una Ford Focus RS WRC e successivamente di una Ford Fiesta RS WRC, fino al 2014 prende parte a diverse tappe della rassegna iridata. Alcune celebri, come il Rally di Svezia o il Rally di Gran Bretagna. I risultati non gli sorridono granché. Il miglior piazzamento è un settimo posto al Rally del Messico del 2013 (co-pilota l’italiano Alex Gelsomino). Però Block riesce a distinguersi per il suo stile di guida estremo, sempre alla ricerca del limite. Talvolta anche “oltre”, al punto da accendere i cuori degli appassionati. Tanto da essere ribattezzato “il re dei traversi”.

Un soprannome divenuto una vera e propria carta di identità a partire dal 2008, quando iniziò la produzione su YouTube dei video di “Gymkhana”, un format a episodi nei quali esibì le sue acrobazie al volante. Controsterzi, frenate a ruote fumanti, salti e “donut”, cioè cerchi disegnati sull’asfalto con le gomme dell’auto. Li gira per dieci anni, fino al 2018, soprattutto a bordo dei due modelli Ford che lo hanno accompagnato per tutta la carriera:

Un’auto da film: quando il cinema sceglie Ford


Un’auto da film: quando il cinema sceglie Ford

A bordo dei modelli dell’Ovale Blu resi celebri dal grande schermo

Che spettacolo guidarle! Soprattutto davanti a una macchina da presa. Amate e ammirate dagli automobilisti di tutto il mondo, le vetture a marchio Ford hanno saputo essere anche auto da film in tutti i sensi. Perché protagoniste di pellicole che hanno scritto la storia del cinema per entrare nell’immaginario di milioni di persone. E a molti di voi magari sarà capitato di rivederne le gesta in questi giorni. Perché durante le settimane natalizie, complice il clima vacanziero, si trascorre più tempo davanti alla tv per rilassarsi.

In questo nostro breve viaggio, vogliamo parlarvi delle più rappresentative.

Anni Sessanta 

Più che una vita, in molti vorrebbero un’auto come Steve McQueen. Che in Bullitt, celebre film a cura di Peter Yates e sui grandi schermi a partire dal 1968, stringeva fra le mani il volante di una Ford Mustang GT390. Protagonista di una delle scene più famose di Hollywood grazie al propulsore Ford otto cilindri e la sua potenza da 330 CV: l’inseguimento lungo le strade di San Francisco del criminale interpretato da Bill Hickman.

La carrozzeria verde scura metallizzata e i cerchi da corsa Torq Thrust hanno reso immortale quel modello. Tanto che fu restaurato e nel 2018, in occasione del cinquantesimo del film, fu esibito al “Salone internazionale dell’auto” di Detroit assieme alla presentazione della Mustang Bullitt Limited Edition.

Anni Settanta

Decennio indimenticabile. Cinque anni dopo Steve McQueen, è il turno di John Le Pat. E della sua Ford “Deuce” Coupé gialla “Model B” (cioè la versione a otto cilindri) targata THX 138 e icona di un film altrettanto indimenticabile: American Graffiti. Entrato fra i migliori cento del cinema americano anche grazie a questa scelta del regista George Lucas, da sempre grande appassionato di auto storiche.

Invece nel 1978 salì alla fama un altro modello vintage: la Ford De Luxe di Grease. Randal Kleiser optò per questa creatura dell’Ovale Blu del 1948 per alcune scene del suo celeberrimo musical. Dove compare in tre vesti. Come ammasso di ruggine; rosso fiammante – Grease Lightning, “fulmine alla brillantina” – per le peripezie di un altrettanto scatenato John Travolta; bianca e decorata da fulmini di argento bordati di rosso per la sfida tra lo stesso Travolta e il rivale d’amore interpretato da Dennis Stewart.

Anni Novanta

Senza scene degne di nota negli anni Ottanta, l’Ovale Blu torna a far sentire il rombo della sua storia nell’ultimo decennio del secolo. Merito di altre due sue creature indimenticabili.

La prima è la Ford Thunderbird Cabriolet biposto del 1966 color turchese metallizzato. Motore otto cilindri, 345 CV di potenza e cambio a tre rapporti, il suo abbinamento cromatico ai più avrà già svelato il titolo del film: Thelma&Louise. Il road movie di Ridley Scott, vincitore del premio Oscar per la miglior sceneggiatura e famoso per le gesta delle protagoniste, Susan Sarandon

Il valore dello “Smart Lab” per il suo capitale umano


Il valore dello “Smart Lab” per il suo capitale umano

Un’esperienza di crescita umana e professionale. Ecco perché

Il capitale umano è uno degli astri più luminosi nel cielo filosofico del nostro presidente e CEO, Francesco Di Ciommo. Più viene valorizzato, maggiori saranno le possibilità per un’azienda di ottenere risultati eccezionali. Questo avviene in Authos e altrettanto accade allo “Smart Lab“, il progetto ideato da Di Ciommo che riflette la sua nuova concezione di mobilità: un servizio phygital, nel quale si fondono componente fisica, in questo caso relativo all’individuo, e digitale. E dove il capitale umano si rivela non soltanto un guadagno per l’azienda, ma un termometro della sua bontà e della sua capacità di migliorare le qualità professionali, ma soprattutto umane, delle sue risorse.

Perché lavorare allo “Smart Lab” è un’esperienza unica e incredibile, che cambia in meglio la propria vita. A raccontarlo sono i protagonisti di questa trasformazione: i nostri venditori. Giovani, dinamici e pronti a mettersi in discussione, nella loro presenza quotidiana nel nostro spazio all’interno del centro commerciale “Le Gru” hanno scoperto una parte di essi fino a quel momento sconosciuta.

Come Andrea, ventitré anni, da due anni qui dopo un iniziale passaggio dal BDC di Authos: «Io mi vergognavo a dire anche un “Ciao”, ma qui mi sono trasformato: da aver paura di guardare le persone ora parlo con tutti, vado incontro al cliente e sono in grado di porgli tutte le domande sulle sue necessità».

Invece su Michele lo “Smart Lab” è stato ancora più impattante, perché gli ha consentito di vincere una paura. «Quella dei luoghi chiusi e affollati. Non lo avrei mai immaginato, quando ho iniziato» e di fare un upgrade professionale: «Prima di venire qui, avevo un bar. Ho cambiato il mio approccio con le persone, perché qui mi ritrovo con clienti tutti diversi. Per cui ho dovuto cambiare atteggiamento e il mio modo di parlare». Già, perché interfacciarsi ogni giorno con gente diversa richiede grande flessibilità psicologica. O come dice Alessandro F., ventinove anni, «uno spirito camaleontico. Abbiamo a che fare con molte più persone di quelle di un salone, devi andare da loro in maniera più informale perché sono tante realtà umane differenti e di tutte le fasce di età».

Smart Lab” è sinonimo anche di miglioramento e di coraggio. «Lavorare con le persone mi sta arricchendo tantissimo, dalla responsabilità di esserci sempre (anche nel weekend) a entrare in empatia col cliente» dice Antonio, trentadue anni, che si ritrova addosso l’esperienza come LGA (Lead Generator Account): «Trasporto quell’energia iniziale alla scrivania, con la quale si riesce a vendere un’auto a chi era venuto qua per comprarsi una giacca». Alessandro C., invece, per venire qui ha rinunciato a un contratto di apprendistato: «Ho preferito aprire la partita IVA e gettarmi in quest’avventura, dove sto imparando cose mai pensate. Dalla comunicazione al prodotto, tanta formazione e tante opportunità. Importante poi anche il rapporto con

Il SUV più venduto in Europa? Nuova Ford Kuga Plug-in


Il SUV più venduto in Europa? Nuova Ford Kuga PHEV

Il primo semestre del 2022 si apre nel segno del successo del 2021

La vettura ibrida più venduta in Europa? È la Nuova Ford Kuga Plug-in Hybrid (PHEV). Un’auto, un successo. Dopo gli strabilianti risultati del 2021, nel quale sono stati venduti 48.000 esemplari, anche nel nuovo anno il SUV dell’Ovale Blu si è ripetuto. E sta nuovamente marciando verso la conquista del mercato, visto che ha registrato giù più di 23.000 acquisti soltanto nella prima metà del 2022. A confronto, una media superiore del 28% rispetto a dodici mesi fa.

Numeri straordinari, accolti con evidente soddisfazione dal Direttore della Linea Veicoli Ford Kuga, Glen Goold: “Le sue alte vendite dimostrano come sia la scelta giusta per i clienti”. Parole quanto mai appropriate. Perché se un veicolo riscuote un così largo consenso nel pubblico, significa che è in grado di soddisfarne gusti ed esigenze. Quali dunque i meriti della terza generazione di questo modello Ford apparso per la prima volta nel 2008?

Nuova Ford Kuga Plug-in: la forza del motore

Innanzitutto, la Nuova Ford Kuga Plug-in Hybrid ha il pregio della flessibilità nell’adattarsi all’uso che ne viene fatto. Molteplice e differenziato a partire dal motore. Un connubio formidabile tra propulsore a benzina, 2.5 litri a ciclo Atkinson ad alta efficienza, e l’unità elettrica che, agendo sulle ruote anteriori, sprigionerà una potenza massima di 225 CV. E impiegherà 9.2 secondi per passare da 0 a 100 km/h.

Grazie a due batterie da 14.4 kwh sarà possibile percorrere in modalità full electric dai 75 agli 88 chilometri. Con il vantaggio di poter scegliere tra quattro modalità di guida: EV Auto (da benzina a elettrico in automatico); EV Adesso (modalità zero emissioni, ideale per brevi tratti); EV Carica (andatura esclusivamente a benzina) ed EV Dopo (risparmiare la carica in vista del futuro). 

Nuova Ford Kuga Plug-in: dal cofano all’abitacolo

Oltre al motore, tra le peculiarità della Nuova Ford Kuga Plug-In Hybrid c’è anche l’abitacolo. Con gli interni curati e i sedili confortevoli, regolabili a diciotto vie che consentono al sedile di adattarsi alla persona e non viceversa. Inoltre le loro altezze, lunghezze e inclinazioni si possono regolare insieme alle misure per la zona lombare e del poggiatesta, entrambe a quattro vie, per aiutare i passeggeri a trovare la loro posizione più comoda.

Dietro il volante, cruscotto digitale da 12.3″. E come su altri modelli Ford, anche qui sono presenti il tablet centrale da 8″, predisposto per l’app Ford SYNC 3, e l’app Ford Pass Connect, che consente di programmare la ricarica o di fare il pre-conditioning a distanza. 

Nuova Ford Kuga Plug-In Hybrid: estetica e dove trovarla

All’esterno della Nuova Ford Kuga Plug-In Hybrid fa la sua comparsa il pacchetto ST-Line Black Package, che offre elementi di design esterni

Donne e motori: in Authos un’unione vincente


Donne e motori: in Authos un’unione vincente

Le quote rosa uno dei nostri principali punti di forza

Donne e motori: un’unione vincente. Almeno in Authos. Dove le quote rose sono uno dei nostri punti di forza e una risposta a chi le vorrebbe inadatte al settore automotive.

Anche contro questi pregiudizi il 25 novembre si è celebrata la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne“. Perché i soprusi subìti dal genere femminile investono anche la sfera psicologica, entrando nel merito dei loro interessi e delle loro scelte lavorative. Come un impiego nel mondo delle quattro ruote che, secondo una mentalità ancestrale ancora serpeggiante sebbene meno diffusa che in passato, non sarebbero in grado di sostenere perché prive delle necessarie capacità.

Donne in Authos: una marcia in più

Questi stereotipi sono però estranei alla realtà di Authos. Tutt’altro. Fin dal suo arrivo nelle vesti di presidente e CEO, Francesco Di Ciommo ha puntato molto sulle donne. Una scelta nel segno dell’inclusione e del riconoscimento del merito che abbatte ogni pregiudiziale discriminatoria e che si è rivelata una delle basi per il rilancio dell’azienda. Ogni reparto può contare su professioniste efficienti e qualificate, in grado di assicurare una marcia in più.

Come Valentina Anile, impiegata al BDC da quattro anni, ogni giorno si ritrova a interagire con realtà umane di ogni tipo. E ha dovuto vincere qualche resistenza. «Ogni tanto c’è stato un muro, qualcuno che al salone o al telefono mi diceva: ‘Ma posso parlare con un commerciale?’ perché era diffidente. Però, per quanto riguarda l’ambiente interno ad Authos, non posso che parlarne bene».

Carmen Rinaldi, responsabile delle risorse umane dal 2021, proprio nei motori e in Authos ha trovato il luogo ideale per esprimere una delle sue peculiarità: la socievolezza. «Nelle precedenti esperienze avevo altre mansioni, qui sono a contatto con le persone e mi sono trovata benissimo, tanto da non aver mai incontrato alcun pregiudizio dovuto al fatto che sono donna. E poi dal contatto quotidiano con le macchine, oltre a guardarle con più attenzione rispetto al passato, ho pure imparato a fare qualche piccolo intervento di manutenzione».

Donne in Authos: se il motore è passione

Amore per i motori fin dalla tenera età per Giada Macchi, la più giovane meccanica d’Italia. Una scintilla scoccata dalle due ruote – «Guardavo le gare di Valentino Rossi con mio papà» – e proseguita con gli studi presso l’Istituto Professionale “Birago”, la scuola scelta da Di Ciommo per il progetto di inserimento professionale dei giovani più meritevoli. «In Authos mi sto trovando bene» dice «perché mi hanno fatto lavorare fin da subito, permettendomi di esprimere le mie capacità». Un’esperienza di tutt’altro tenore rispetto ad altre delle precedenti. «Non mi facevano fare niente e lo giustificavano con scuse improbabili, tipo la mancanza di un’attrezzatura adeguata invece visibile, quando invece dipendeva dal fatto che sono una donna».

Anche Maria Grazia Chiriatti, new-entry nella gestione delle lavorazioni

Ford Electric SuperVan: un veicolo commerciale da corsa


Ford Electric SuperVan: un veicolo commerciale da corsa

La robustezza del Transit e la potenza delle hypercar

La forza del passato unita alla velocità del futuro. Con un obiettivo ben preciso: essere il van più potente al mondo. Nasce con questa ambizione il Ford Electric SuperVan, il nuovo veicolo commerciale dell’Ovale Blu, una vera e propria novità destinata a sbaragliare il settore. Perché mai Ford si era spinta così all’estremo nella realizzazione di una sua creatura e perché mai si era visto il concept di un modello da strada evolvere in forma e caratteristiche da far arrossire le sport car.

Quarto modello della serie inaugurata nel 1971, il Ford Electric SuperVan è molto più di un veicolo dimostrativo. Perché se il suo utilizzo sarà esclusivamente sulla pista, l’idea alla sua base rappresenta un grande balzo in avanti nel domani dell’ingegneria e della tecnologia.

Alla robustezza del telaio del Ford Transit Custom, il van più venduto in Europa, il Ford Electric Supervan abbina la velocità e le sembianze delle hypercar. Le auto da corsa a ruote coperte rese celebri da competizioni come la 24 Ore di Le Mans. Un richiamo, un ritorno alle origini. Perché proprio l’esemplare del 1971 si ispirò allo chassis della Ford GT 40 che per la prima volta si era aggiudicata la corsa de la Sarthe in un successo poi celebrato anche al cinema.

Nel Ford Electric SuperVan invece batterà un cuore destinato a far palpitare quello di appassionati e dei fortunati che si metteranno al volante. Quattro motori elettrici e una batteria da 50 kw/h raffreddata a liquido, e posizionata in basso, in grado di assicurare 2.000 CV, un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di due secondi e la velocità massima di 320 km/h! Controllo di trazione, launch control e frenata rigenerativa a tre stadi per restituire energia alla batteria completano il ritratto di questa belva dell’asfalto. Interamente green, però. Un’altra peculiarità sua e di Ford nella progressiva elettrificazione della propria flotta.

Progettato da Ford Pro, la divisione sportiva dell’Ovale Blu, il Ford Electric SuperVan ha un’anima teutonica. Beneficia infatti dell’apporto degli esperti di rally e di corse elettrificate STARD, che ha sede in Austria, e della cura del team Ford Design di Colonia (Germania).

Un mix di precisione e tecnologia per un veicolo già aggressivo nell’aspetto con la sua livrea bicolore, come ogni sport car che si rispetti, i suoi passaruote destinati a non rimanere certo inosservati e la lama di luce che taglia in orizzontale la parte bassa del frontale anteriore. Al posteriore, invece, gli intagli e la pinna dorsale del retrotreno confluiscono nell’alettone per generare deportanza e assicurare aderenza e potenza.

Spostandoci all’interno, vano unico dietro al conducente, porta su un lato della carrozzeria per le operazioni di carico e scarico, gabbia di sicurezza completa e sedili da corsa. Dai quali possiamo gestire nella massima comodità le innumerevoli funzioni di

Le gomme da neve e il “winter check-up” di Authos


Le gomme da neve e il “winter check-up” di Authos

Il nostro nuovo servizio per un inverno in sicurezza

Operazione “inverno sicuro“. Entro il 15 novembre fermata box obbligatoria per tutti gli automobilisti. Motivo? C’è da montare le gomme invernali. Certo, viste le folli temperature balneari delle ultime settimane, può sembrar strano parlare all’improvviso di freddo e pioggia. Ma il maltempo è alle porte insieme al ritorno a una normalità climatica che aumenterà i rischi per chi è al volante. Il cambio gomme diventa così la prima mossa di prevenzione. E non sarà l’unica, come scoprirete nelle prossime righe.

Intanto, però, due parole su questi speciali battistrada. Quali sono le loro caratteristiche? E perché sono importanti?

Gomme da neve: caratteristiche e alternative

Le gomme da neve sono idonee per la circolazione su strade minate dalle intemperie atmosferiche. Pioggia, ghiaccio, fango e gli stessi bianchi fiocchi fonti di meraviglia per milioni di persone rendono l’asfalto più scivoloso e mettono a serio rischio l’incolumità di chi si trova dentro un abitacolo. Il loro speciale battistrada, dotato di un vasto numero di lamelle e intagli che favoriscono un maggior drenaggio dell’acqua e il trattenimento dei fiocchi di neve, migliora l’aderenza al manto stradale e la stabilità del mezzo. E si riconoscono per la stilizzazione sulla spalla della gomma del fiocco di neve e della montagna, seguite da una di queste tre sigle: “M+S” o “MS”, “M&S”, “M-S”. Dove le due lettere stanno per mud (fango) e snow (neve).

Al loro posto si possono continuare a tenere i pneumatici estivi, montando però le catene in caso di strada innevata o ghiacciata, oppure installare gli pneumatici “quattro stagioni”. Una tipologia adatta per tutti e dodici i mesi dell’anno grazie a una mescola più morbida che però, rispetto alla gomma per l’inverno, riduce lo spazio di frenata del 30-40% diminuendo le garanzie di sicurezza.

Gomme da neve: multe per chi ne è sprovvisto

L’obbligo delle “gomme da neve” è previsto dall’articolo 6 del Codice della Strada. Non averle, significa esporsi al rischio di una multa. Tra i 41 e i 168 euro per i centri abitati e gli 84 e i 335 euro per le strade extraurbane e le autostrade. Alla sanzione pecuniaria si aggiunge anche il fermo del veicolo fino alla sua messa in regola. E, qualora il conducente si rifiuti, anche la sottrazione di 3 punti dalla sua patente, che possono aumentare fino a 5 se l’infrazione fosse compiuta in un ambiente urbano.

Soltanto in due casi non è obbligatorio montare i pneumatici invernali. Il primo è se i precedenti hanno un codice di velocità, indicato da una lettera dell’alfabeto riportata sulla loro spalla, uguale o superiore a quello indicato sulla carta di circolazione. Il secondo, invece, ha a che vedere con la tipologia di strada. Sulle urbane e sulle provinciali dipende dalle ordinanze degli enti che le sovraintendono (Comune e Provincia). Per essere sempre informati, consultate il sito “Pneumatici Sotto Controllo“.

Così Authos tutela il suo capitale umano


Così Authos tutela il suo capitale umano

Di Ciommo lancia una polizza sanitaria gratuita per dipendenti e collaboratori

Un capitale umano più che mai. Fin dal suo insediamento in Authos, dove è presidente e CEO, Francesco Di Ciommo ha messo le persone al primo posto. Al punto da renderle il cuore pulsante dell’azienda, un vero e proprio motore  sempre a pieno regime. Ma così come i propulsori, anche gli individui hanno bisogno di attenzioni e premure. Per preservarne le qualità e consentirli di continuare a esprimere al massimo la loro efficienza. Soprattutto in un periodo storico come questo. Dopo la pandemia, ognuno di noi si trova all’alba di mesi molto complicati a causa dell’aumento dei prezzi e soprattutto del caro bollette, tristi conseguenze di un dramma ancor più tragico come la guerra. Tanto da chiedersi: sarà possibile far fronte a tutte le spese e arrivare a fine mese?

Dalla capacità di interpretare l’evoluzione dei tempi unita alla voglia di fare qualcosa per gli altri, il donare (concetto a lui molto caro), ecco che Di Ciommo ha avuto un’altra idea destinata a lasciare il segno e che ribadisce la centralità del capitale umano in Authos: una polizza sanitaria gratuita per tutti i dipendenti e i collaboratori e i loro famigliari. E così ha stanziato un investimento di 400.000 euro per coprire tutte le eventuali spese presso strutture professionali qualificate.

“Vedendo quello che succede nel mondo, la guerra, il razionamento del riscaldamento e l’aumento delle spese, a cominciare dalle bollette, ho subito percepito le preoccupazioni delle persone. ‘Come faccio ad andare avanti?’. ‘Ce la farò a comprare tutto quello che serve a me e alla mia famiglia?’. E allora mi sono chiesto: ‘Che cosa posso fare per voi, che avete risanato l’azienda col vostro sforzo?'”.

Con queste parole Di Ciommo ha presentato la sua iniziativa nell’assemblea plenaria che si è tenuta nella sede Authos di corso Savona a Moncalieri lo scorso 13 ottobre. Presenti, oltre ai nostri dipendenti, anche esponenti del partner indispensabile per la realizzazione di questa sbalorditiva offerta: Intesa San Paolo.

Una sinergia che si rinnova, dopo le collaborazioni degli anni scorsi e la partecipazione della stessa banca al nostro evento dello scorso giugno, nel segno della fiducia e del continuo stupore. Verso Di Ciommo e la sua mentalità. A conquistare la banca, è stato il suo desiderio di puntare in alto in un momento dove gran parte degli imprenditori giocherebbero al ribasso. “Qua siamo in controtendenza” ha detto Sergio Bava, direttore commerciale del noto istituto di credito torinese “perché, a differenza di altre aziende che in un momento storico simile taglierebbero i costi del personale, Francesco vuole dare alle sue persone qualcosa in più. Quando gli abbiamo spiegato il nostro progetto, lui ha risposto: ‘Sì, io ci sono per le mie persone’. E a noi questo ha toccato”.

Non soltanto la volontà di esserci. Ma di esserci al

Ford e i fari del futuro: un’idea ad alta definizione


Ford e i fari del futuro: un’idea ad alta definizione

In fase di studio una soluzione per una guida più sicura

I fari del domani? Ci indicheranno la strada e ci faranno sentire più sicuri. Almeno se andrà in porto il progetto di Ford. Al passo con i tempi per ciò che concerne l’evoluzione dei consumi, come dimostra la sua propensione verso la mobilità sostenibile con i suoi investimenti di prodotto nell’elettrico, la casa dell’Ovale Blu non è da meno anche sul fronte della tecnologia. E l’ultima dimostrazione arriva da un’idea destinata a migliorare di gran lunga la sicurezza al volante: i fari con tecnologia “high resolution highlits“.

E cioè? Di che si tratta? E cioè? Niente paura. Non è una brutta parola e nemmeno una medicina dall’indigesto sapore. Tutt’altro. Le papille gustative degli amanti delle quattro ruote non potranno che rimanere appagate da questa soluzione. Perché consentirà di proiettare sull’asfalto indicazioni stradali funzionali a quello specifico momento della guida.

L’idea è pensata soprattutto per la notte. Secondo uno studio condotto da Ford nel Regno Unito, il 40% degli incidenti di auto avvengono con il buio. Quando, però, il numero di vetture circolanti è inferiore rispetto alle ore diurne. Un dato che suscita preoccupazione e che ha posto l’interrogativo su che fare per ridurre questa criticità.

Così si è pensato ai fari ad alta definizione. In grado di proiettare immagini della segnaletica stradale davanti agli occhi del conducente. Obiettivo? Evitare che distolga gli occhi dal percorso e aiutarlo a rimanere concentrato, rendendo la sua guida più sicura e confortevole. Chi è al volante, si ritroverebbe disegnati sulla carreggiata i simboli in quel momento a lui più congeniali. Dalla strada sdrucciolevole all’obbligo di svolta direzionale, dal limite di velocità ai possibili allagamenti, dal divieto di sorpasso al rischio di animali vaganti, ecc.

Qualora l’idea dei fari del futuro di Ford si concretizzasse, sarebbe una proiezione all’esterno della vettura della tecnologia HUD (Head Up Display). Punto di forza della strumentazione delle forze militari, è un servizio già presente su molti veicoli del colosso di Detroit. E prevede la riproduzione sul lato interno del parabrezza delle informazioni relative alla condizione della vettura. Il conducente può così rimanere aggiornata senza distogliere lo sguardo dalla strada.

Con lo studio di questa nuova tipologia di fari, Ford si dimostra nuovamente all’avanguardia sul versante del sistema di illuminazione stradale dei suoi veicoli. In passato, è stato il primo costruttore a realizzare fari che modulassero la luce in base alla segnaletica stradale, permettendo al conducente di capire dove fosse il margine della carreggiata.

Successivamente, grazie alla presenza del GPS, ha migliorato l’assistenza alla guida con l’introduzione di vari ausili. Tipo la telecamera anteriore ad ampio raggio di visione, il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco e il sistema di riconoscimento dei segnali stradali.

Quest’ultimo è un servizio che, mediante un algoritmo e speciali sensori, consente il rilevamento di cartelli

La nuova mobilità di Milano e l’opportunità di Authos


La nuova mobilità di Milano e l’idea di Authos

Area C sempre più elettrica. Al punto che…

Con Authos al centro di Milano. Un’opportunità più che una semplice idea. Soprattutto dopo le novità regolamentari entrate in vigore dallo scorso 1°ottobre in merito alla circolazione dei veicoli nelle aree B e C del capoluogo lombardo.

Un cambiamento ancora più restrittivo nei confronti delle auto a motore termico e un chiaro segnale a favore di quelle elettriche. Uno scenario ottimo per la campagna promozionale di Ford Kuga plug-in hybrid lanciata da Francesco Di Ciommo, presidente e CEO di Ford Authos, per sensibilizzare ancora di più le persone verso la mobilità sostenibile.

Ma per capire meglio di che cosa stiamo parlando, occorre chiederci: che cosa sono le aree B e C di Milano? E in che cosa sono cambiate nelle ultime settimane?

Area B e Area C

L’area B e l’area C sono due zone di Milano istituite negli ultimi dieci anni dall’amministrazione comunale per regolamentare la circolazione dei veicoli, arginando così il livello di inquinamento atmosferico e riducendo quello acustico.

A nascere per prima, nel 2012, fu l’area C. Vale a dire la zona a traffico limitato (Ztl), quella del centro storico, più comunemente conosciuta come Cerchia dei Bastioni. A oggi conta quarantatré varchi di accesso monitorati dalle telecamere, di cui sette a uso esclusivo del trasporto pubblico. È attiva dal lunedì al venerdì, dalle 7:30 alle 19:30, mentre non è in funzione il sabato e nei giorni festivi.

Carta di identità più giovane per l’area B, nata nel 2018, che copre a gran parte del territorio della città. È delimitata da 186 varchi elettronici, che fotografano la targa dell’auto in ingresso e in uscita dai varchi stessi. Attiva secondo le stesse modalità dell’Area C, si differenzia perché non prevede costi per accedere al suo interno per nessun tipo di veicolo. Ma non solo…

La mobilità nelle due aree

Fino al 30 settembre di quest’anno nell’Area C, oltre alla circolazione gratuita dei veicoli elettrici o con contributo emissivo ≤ 100 g/km e trasportatori di disabili, potevano muoversi anche una nutrita schiera di mezzi a benzina e diesel. A patto che pagassero un ticket di 2 euro (i residenti) o 5 euro (i non residenti).

Nell’area B, sempre gratuita, era invece proibito il transito dei veicoli più inquinanti (Euro 0 e 1 a benzina; Euro 0, 1, 2 e 3 diesel senza FAP e con FAP after-market con classe massa particolato inferiore a Euro 4 e con FAP after-market installato dopo il 31/12/2018 e con classe massa particolato pari almeno a Euro 4; doppia alimentazione gasolio-GPL e gasolio-metano Euro 0, 1, 2, 3; Ciclomotori e motocicli a due tempi e gasolio Euro 0, 1).

Sennonché dal 1°ottobre è cambiato tutto…