L’importanza del capitale umano
La filosofia di Authos protagonista all’agorà di “Polis Policy” sul futuro del lavoro in Italia
Quando si affermò tra la fine del quattordicesimo e l’inizio del quindicesimo secolo come nuovo movimento culturale, l’Umanesimo si pose in rottura con il Medio Evo che l’aveva preceduto grazie a una caratteristica ben precisa: il ritorno dell’individuo al centro dei processi decisionali della società in virtù delle sue conoscenze e delle sue capacità.
E un nuovo umanesimo è anche la ricetta per il domani dell’Italia. Questo è il messaggio emerso dalla 4^edizione di “Polis Policy”, intitolata “Ripartire dalla persona – Soltanto il lavoro salverà l’Italia”, che si è tenuta sabato 20 e domenica 21 novembre in modalità a distanza a causa delle limitazioni sociali imposte dal Covid-19. Tra gli ospiti presenti, Paolo Benanti, professore straordinario della Facoltà di Teologia della “Pontificia Università Gregoriana”; il presidente di Assolavoro, Alessandro Ramazza; la Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Claudia Fiaschi; e il nostro presidente e CEO, Francesco Di Ciommo.
Tema dell’agorà telematico che ci ha visto protagonisti, il futuro del lavoro in Italia dopo la pandemia e a fronte di un momento storico caratterizzato da una presenza sempre più massiccia della tecnologia. Da marzo a oggi molte attività sono state costrette a chiudere e molte persone sono alla ricerca di una nuova occupazione. Contemporaneamente, si sono modificate le abitudini di milioni di cittadini. Da fare la spesa online piuttosto che al supermercato a comprare capi d’abbigliamento a distanza e non in negozio; da guardare un film al pc invece che al cinema ad acquistare un’automobile direttamente sul web e senza bisogno di recarsi in concessionaria. Cambiamenti all’insegna di un progresso tecnologico sempre più centrale nel quotidiano di ognuno di noi. Tenendo a mente questa variabile, ci si chiede dunque da dove debba ripartire l’Italia, a fronte anche di dati che purtroppo la vogliono come il Paese europeo col più alto tasso europeo di laureati che svolgono una professione diversa da quella per la quale hanno studiato? La risposta affonda le radici proprio nell’Umanesimo e in Authos: dall’individuo.
“Il capitale umano è fondamentale per cambiare il capitale finanziario di un’azienda” ha detto Di Ciommo, esplicitando la nostra filosofia, inaugurata con il suo insediamento nel gennaio 2014 e che vuole le persone protagoniste. Con le loro qualità, il loro talento e la loro voglia di fare. Ciascuna secondo il proprio ruolo e le proprie competenze. Perché senza di loro al centro della scena, un’azienda non potrà mai generare benessere. Se in sei anni siamo riusciti a trasformare il nostro credito con le banche da inesigibile a esigibile, risollevando una sorte che pareva ormai segnata, è merito di questa nuovo modello di business, nel quale rivestono grande importanza due aspetti: una leadership in grado di generare un contesto dinamico e propositivo e di ridurre gli eventuali limiti del singolo – “Tutto parte dalla testa, dal leader, dalla sua bravura nel creare un ambiente di lavoro positivo” ha specificato Di Ciommo – e i giovani con le loro motivazioni e il loro entusiasmo. “Parecchi di loro che ho visionato, con un approccio meritocratico e con l’opportunità di far vedere loro che saranno andati a fare, mi hanno dato risultati impensabili. Alle banche dicevo che i giovani, le risorse umane, sono investimenti, non costi”.