
Auto elettrica e riciclo delle batterie: svolta in arrivo?
Dalla Spagna e dalla Cina due interessanti idee per il futuro
E venne il giorno del riciclo. O almeno così sembra. Tanto che per alcuni si può parlare di svolta. Perché uno dei più grandi ostacoli alla diffusione e all’affermazione dell’auto elettrica, a parte la disomogenea distribuzione sul territorio delle colonnine di ricarica, è da sempre legato allo smaltimento delle batterie. Un problema fonte dell’inevitabile e ciclica domanda: che cosa fare una volta che si sono esaurite?
A più riprese l’idea della loro eliminazione si è scontrata con le conseguenze a livello di impatto ambientale. E l’alternativa proposta, quella di una loro riutilizzazione, non è mai stata accompagnata da proposte concrete. Quelle che invece adesso sorgono all’orizzonte. Per la precisione, su due versanti. Uno europeo e l’altro asiatico.


Partiamo dal Vecchio Continente, precisamente da Alicante, sud della Spagna. Dove “GDV Mobility”, società da alcuni anni impegnata nel campo della mobilità sostenibile, ha annunciato la costruzione di una gigafactory dedicata all’economia circolare. La prima in Europa. Chiaro il suo obiettivo: porre la Spagna all’avanguardia nella sostenibilità per i veicoli green. E tra le sue aspettative c’è anche quella di restituire nuova vita alle batterie elettriche. In almeno due modi. Il primo prevede la loro rigenerazione, qualora siano ancora in buone condizioni. L’altro, invece, la loro riutilizzazione per la creazione di gigantesche batterie stazionarie, cioè dispositivi di stoccaggio energetico, oppure il loro smaltimento per recuperare i metalli di valore al loro interno. Come il litio.
I risultati sono già incoraggianti. Perché a settembre del 2024 l’azienda ha lanciato sul mercato “G-One”, batteria stazionaria da 7 megawatt. Per realizzarla, si è provveduto al riciclo di batterie utilizzate provenienti da tutta Europa. Queste sono state assemblate in 484 moduli da 14 kW per un’operazione che ha consentito la riduzione dei costi di smaltimento tra il 40 e il 60% rispetto ai metodi convenzionali.
Dall’Europa all’Asia. Un impegno simile a quello di “GDV Mobility” sul fronte del riciclo delle batterie è quello messo in atto da CATL (Contemporary Amperex Technology Co. Limited), la multinazionale cinese specializzata nella costruzione di batterie al litio, prima al mondo nel settore.


Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statunitense “Bloomberg”, il colosso asiatico sarebbe intenzionato ad aprire entro la fine del 2025 uno stabilimento in Ungheria per la costruzione di impianti in cui riciclare i propri prodotti, una volta arrivati alla fine del proprio ciclo di vita.
L’intenzione però sarebbe quella di non fermarsi al Paese magiaro, ma di allargare la presenza anche in altre nazioni del Vecchio Continente. Almeno secondo le parole di Jason Chen, il responsabile di CATL nel nostro continente, che ha dichiarato come sarebbero in corso colloqui con diversi governi, intenzionati ad avere CATL sul proprio territorio.
Iniziative come queste, oltre a rappresentare una spinta a favore della diffusione dell’auto elettrica, richiamano alla mente anche l’importanza dell’economia circolare.
Il riciclo delle batterie si inserisce in quel circolo di azioni virtuose da mettere in atto per una maggior tutela dell’ambiente circostante. Una filosofia che abbiamo adottato anche in Authos con una serie di comportamenti interni nel segno della sostenibilità. Come la quantità di rifiuti generati all’interno dell’azienda che, come riporta il bilancio di sostenibilità del 2023, è diminuita del 67% rispetto al 2021 e del 19% nei confronti del 2022.
